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Venturi: "Basta record negativi. Pressione fiscale sotto 40%"

Nel corso della presentazione del dossier Confesercenti su “100 tasse” che fa seguito ai dossier sugli sprechi pubblicati in questi anni, Marco Venturi Presidente della Confederazione ha osservato come “l’Italia dei record non si smentisca mai: record di sprechi, record di burocrazia ed ora – come documentiamo – anche record di tasse paradossali e di adempimenti fiscali che fanno penare imprese e famiglie. Proprio recentemente abbiamo denunciato l’invasiva ed opprimente burocrazia fiscale, un vero e proprio stillicidio di adempimenti che per il 2011 si traduce in ben 694 scadenze con costi aggiuntivi per le Pmi ed un tempo sottratto alla gestione dell’impresa pari a ben 285 ore lavoro (60 più della media nella UE. Ed a questo scenario va aggiunto il 3° posto nella classifica OCSE della pressione fiscale, con il 43,5% di prelievo fiscale. Anche per tali motivi abbiamo deciso di prendere il toro per le corna e dare un contributo di merito sulla questione fiscale in vista della tanto attesa e necessaria riforma. Del resto il tema fiscale è all’ordine del giorno del Paese con il dibattito e le scelte da fare in materia di federalismo fiscale. E non ci stancheremo mai di ripetere che questo importante passo non deve diventare l’occasione per mettere le mani nelle tasche degli italiani. Gli obiettivi di passare dal complesso al semplice, dalle persone alle cose, dal centro alla periferia sono condivisibili, ma se il bel tempo si vede dal mattino, dobbiamo constatare che invece siamo all’assurdo ed al masochismo con l’adozione della tassa di soggiorno, che, sommata ad una IVA per il turismo in vigore più alta di nostri concorrenti, finisce per tradursi in un messaggio molto negativo per questo vitale settore: è come dire ai turisti italiani e stranieri “statevene a casa vostra”. E non ci convince certo l’ammissione fatta in questi giorni di discussione sul federalismo municipale dall’interno dell’Anci secondo la quale un aumento delle tasse sarà inevitabile. Sarebbe davvero un bel capolavoro, buono solo ad aiutarci a scalare le ultime due posizioni della classifica OCSE per stare davanti a tutti in materia di prelievo fiscale. E’ evidente che la pressione fiscale sia legata alla spesa pubblica, specie in un Paese dove è davvero alto il debito pubblico. Ma se la politica continuerà a cercare consenso per la via della espansione della spesa allora la riduzione pressione fiscale rimarrà solo un tema propagandistico per le campagne elettorali. E’ invece giunta l’ora di correre ai ripari riportando entro giusti argini il fiume in piena della spesa, e, di conseguenza, diminuendo la pressione fiscale dal 43,5 al 39,5 in 4 anni. Il nostro rapporto vuole mettere in evidenza la proliferazione avvenuta in decenni del nostro sistema di imposte e tasse con esempi che sono spesso paradossali. Mi riferisco ad esempio alle paleo tasse, vecchie tasse che sopravvivono alla loro stessa assurdità. Ma come si può costatare dal nostro rapporto sulle 100 tasse l’elenco è lungo: si va dalla tassa sui gradini e ballatoi a quella sull’ombra che invade suolo pubblico (perché allora non far pagare anche chi passa sotto la tenda?); si va da quella sulla raccolta dei funghi a quella sulle suppliche, alla gabella sugli sposi per celebrare matrimoni nei comuni. Non si scherza nemmeno con la burocrazia, con balzelli continui sui certificati, sulla giustizia, su ogni sorta di autorizzazione.
E ci sono pure imposte per le quali sarebbe legittimo indignarsi come quella sulla disoccupazione per i concorsi pubblici, o quella sui debiti come l’ imposta ipotecaria, o l’imposta regionale per gli studenti universitari. Per non parlare delle cosiddette tasse macabre che non risparmiano nulla dai tumuli ai lumini. Un’attenzione particolare va poi rivolta al capitolo del fisco lunare: ogni anno in Italia si deve fare i conti con 62.500 norme tributarie. Insomma il mondo delle tasse, come si può evincere dai casi sottoposti, non risparmia proprio nulla: divertimenti, movimenti (auto,aerei, treni), discariche, fogne, ascensori, lampioni, Tv, frigoriferi, insegne, musica nei locali e cosi via. Anzi nel nostro Paese diventa un pericolo persino inventare visto che ogni brevetto è colpito da 3 tasse. Archimede e Galileo sarebbero certamente fuggiti all’estero. Governi, Regioni, enti locali, quando si vota tutti si presentano come innovatori: vogliono semplificare, ridurre la pressione fiscale. Verrebbe voglia di dire: ed allora chiediamogli davvero conto delle loro affermazioni, mettiamo una “tassa” salata sulle promesse non mantenute.
La Confesercenti resterà attiva e presente su questi ed altri nodi fiscali e rimane comunque speranzosa sulla possibilità di avere al più presto una riforma che, fra l’altro, faccia giustizia di questo bestiario fiscale”.

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