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Tavolo Mse, riforma petrolifera: no a chiusura dei punti vendita ma ammodernare la rete. Faib presenta pacchetto sicurezza

Quello di ieri, sicuramente, non è stato un Tavolo conclusivo nella sede del Mse disertato, tra l’altro, dalle Regioni. Un tavolo “zoppo” come lo ha definito Faib in cui si sono affrontati i problemi maggiori che attanagliano la rete senza, di fatto, definire soluzioni. Gli intervenuti hanno illustrato proposte e ipotesi molto diverse e fattivamente – in molti punti – contrastanti.
Tuttavia alcune precisazioni cominciano a delinearsi. Per quanto riguarda l’ipotesi di chiusura di circa 5-6 mila punti vendita – idea avanzata dal Sottosegretario Saglia e dall’Unione Petrolifera – il Ministero, dopo lunghi tentennamenti, ha chiarito – e preso atto – che si tratta di una strada non percorribile per legge, esattamente come avevamo più volte anticipato e ribadito in diverse sedi. Peraltro, il d.lgs. 133/08 – di liberalizzazione della rete – era nato, un anno e mezzo fa, esattamente su una impostazione di segno contrario e sotto la spinta dell’UE e dell’Antitrust. Si trattava dunque di una proposta campata per aria. Infatti, secondo gli studi portati avanti dal Ministero, da un punto di vista tecnico e legale, le difficoltà sarebbero insormontabili, se non trova una condivisione totale da parte di tutti i proprietari degli impianti (compagnie, retisti, g.d.o. e privati) che operano sulla rete. Per questo, secondo il Mse, una delle strade realmente perseguibili per rilanciare il settore e diminuire i prezzi alla pompa sarebbe quella di procedere ad una risistemazione della rete. In questo senso, al vaglio del Tavolo c’è l’introduzione di una maggiore flessibilità sui contratti, il vincolo di esclusiva e la maggiore diffusione del self servive, proposte avanzate, tra gli altri – dalla Faib in un documento ufficiale. Su questo punto le diverse anime della filiera però hanno fatto registrare voci dissonanti. Tra le altre proposte di Faib c’è il superamento del differenziale rete/extrarete, la riduzione dei costi della monetica, la valorizzazione del non oil, scoraggiare le promozioni, favorire l’introduzione di metano e gpl, e sollecitare gli enti locali alla chiusure degli impianti incompatibili.
Nel suo intervento il Presidente Landi ha ricordato il momento particolarmente difficile del settore, stretto nella morsa della crisi dei consumi e attaccato dalla criminalità. Landi ha ricordato l’episodio del gestore Angelo Canadesi assassinato sul suo impianto, mentre custodiva denari dello Stato e delle Compagnie ed ha chiesto che episodi del genere non si verifichino più. Ha perciò avanzato una serie di proposte come misure di prevenzione, tutela e contrasto della criminalità: nella direzione della modernizzazione occorre prevedere, obbligatoriamente, la previsione di impianti di video-sorveglianza, l’installazione di caveaux blindati, l’apertura di polizze assicurative, l’abbattimento dei costi della monetica. In questo senso la Faib ha presentato al Ministero il “pacchetto sicurezza”. Landi entrando, poi, nel merito della discussione ha fatto presente che per alcuni di questi punti – chiusure degli impianti, chiusura di quelli incompatibili – non occorre neanche una nuova legge: basta applicare quella che c’è, quanto alla chiusura di quelli non efficienti è persino banale sottolineare che chi vuole chiudere gli impianti – i proprietari/compagnie – possono farlo in ogni momento . Quanto alla stacco Italia, Landi ha prima ribadito che si tratta di un dato costruito su elementi eterogenei, e invitato il MSE a dotarsi di una rilevazione omogenea agli altri paesi europei, prendendo a riferimento il prezzo self e poi che la riduzione del prezzo è perseguibile con l’eliminazione del differenziale rete – extra rete e concedendo agli operatori di mercato maggior autonomia negli acquisti attraverso un allentamento del vincolo di esclusiva. Su quest’ultimo punto l’ipotesi avanzata dal Ministero sarebbe quella di limitare l’esclusiva ad una certa percentuale così come chiesto dagli stessi gestori. Inoltre Landi ha voluto puntualizzare che l’incremento della selfizzazione deve passare obbligatoriamente sotto il controllo del gestore e non intesa come una espansione degli impianti ghost.
La riunione si è chiusa con l’impegno di prevedere a breve un nuovo incontro ufficiale, concertato con le parti, – auspichiamo plenario per evitare portoghesi e infiltrati – con proposte più definite.