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Tassa rifiuti urbani nelle aree di servizio, Faib vara gruppo di lavoro e con Confesercenti chiede incontro al Presidente dell'ANCI

Sarà all’attenzione della riunione di Giunta Faib, in programma per il prossimo 23 gennaio, la costituzione di un gruppo di lavoro sulla questione della tassa rifiuti urbani che sta determinando in diverse aree notevoli aggravi e difficoltà interpretative e sulla quale è intervenuta la Confesercenti Nazionale con una nota all’Associazione dei Comuni, ANCI.
La Faib Nazionale, come si ricorderà, in questi anni ha ripetutamente denunciato come l’attuale applicazione del tributo sui rifiuti stia determinando – soprattutto con il passaggio alla TARES – un notevole appesantimento tributario per la distribuzione carburanti, aumentando in modo considerevole i costi di gestione e realizzando in molti casi una duplicazione dei costi per lo stesso servizio.
Faib ha in molte località contrastato e patrocinato ricorsi avverso l’elevata determinazione del tributo che in diverse aree non tenevano conto delle aree passive, non produttive di rifiuti e rimesse al servizio della collettività, così come sostenuto da alcune commissioni tributarie, sulla base della circolare ministeriale delle Finanze n. 9, del 21.12.1990 che afferma esplicitamente che talune aree debbono comunque essere detassate in quanto: a) non produttive di rifiuti; b) adibite ad una funzione meramente accessoria rispetto all’attività’ propria della stazione di servizio.
Sulla base delle circostanze evidenziate, con una nota ufficiale a firma del Segretario Generale, Mauro Bussoni, Confesercenti è dunque intervenuta, sul Presidente dell’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, On.le Piero Fassino sull’applicazione della TARES.
Nella nota il Segretario Generale di Confesercenti evidenzia al Presidente dell’ANCI che “l’applicazione della TARES (Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi), così come le precedenti analoghe imposte, introdotta, come è noto, dal Decreto-Legge 6 dicembre 2011, n. 201 (cosiddetto "Decreto Salva Italia"), convertito nella Legge 22 dicembre 2011 n. 214, in sostituzione della Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) e della Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani (TARSU), formalmente in vigore dal 1º gennaio 2013, sta comportando per i Comuni e le imprese notevoli rincari, difficoltà ed incertezze.”
La nota di Confesercenti approfondisce le questioni aperte riassumibili in: farraginosità della normativa a livello nazionale, tale da comportare incertezze interpretative ed inevitabili ritardi nell’approvazione dei regolamenti comunali; limitatissima autonomia regolamentare dell’Ente locale; imprecisioni diffuse nel calcolo della tassa per alcune categorie di contribuenti; recapito tardivo dei modelli F24 con l’importo della maggiorazione del tributo; pagamento on-line praticamente impossibile.
Alla luce delle osservazioni avanzate la Confesercenti ha chiesto un incontro “allo scopo di affrontare queste ed altre problematiche tra le quali definire la sottrazione sistematica dalle aree tassabili di quelle sottoposte a regime di raccolta differenziata, onde evitare l’affermazione di meccanismi di doppia imposizione e delineare un orientamento organico nella definizione del nuovo tributo TARI e di poter fattivamente collaborare per il perseguimento degli obiettivi della certezza del diritto, della effettività, omogeneità ed uniformità dell’applicazione del tributo.”