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Sistri, Zanonato: "il sistema non sarà più un obbligo per chi produce rifiuti non pericolosi". Realacci: "se Sistri non va, meglio cambiare rotta"

“Il sistema non sarà più un obbligo per chi produce rifiuti non pericolosi”. L’affermazione del ministro per lo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato potrebbe rimettere in discussione il Sistri che, come noto, dovrebbe diventare obbligatorio il prossimo ottobre (ma solo per le imprese che producono rifiuti speciali pericolosi e hanno più di 10 dipendenti) e per gli altri si partirà a marzo 2014.
Mentre, infatti, all’inizio l’idea era quella di applicarlo soltanto ai rifiuti pericolosi la nuova proposta del ministro potrebbe segnare un ritorno alle origini. Anche perché le maggiori frizioni e contestazioni, soprattutto da parte delle aziende che dovrebbero utilizzare ogni giorno il sistema, erano incentrate sul meccanismo farraginoso del sistema telematico e sull’eccessiva burocratizzazione di tutto il meccanismo per iscriversi, risultare in regola con i pagamenti dovuti, installare poi le black box sui veicoli e riversare online le informazioni.
Nei, questi, che erano usciti prepotentemente alla luce anche nel corso dei diversi click day che erano stati organizzati, appunto, per aiutare i consumatori a capire il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti.
Inoltre Zanonato, parlando al congresso nazionale degli Ingegneri a Brescia, ha evidenziato che “il nostro Paese, nel rispettare la normativa Ue e recepire la direttiva sui rifiuti, ha esagerato, portando lo Stato a spendere oltre 1 mld all’anno proprio a causa dell’eccessiva burocrazia”.
Sebbene la tassa di iscrizione 2013 sia stata sospesa rimane però da tutelare quelle imprese che hanno deciso di iniziare ad utilizzarlo ad ottobre. Il Governo ora si troverà a gestire questa patata bollente ma già c’è chi ha iniziato a muoversi.
E’ a firma del presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci l’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. “Se il Sistri non funziona meglio cambiare rotta”, ha detto. “Per un Paese come l’Italia – aggiunge – in cui le Ecomafie non cono conoscono crisi, è urgente attivare un sistema di tracciabilità per la gestione e la movimentazione dei rifiuti da parte delle aziende che sia semplice, efficace e trasparente”.
“Il Sistri – osserva ancora Realacci – fin dal maggio 2011, quando avvenne il collaudo generale del sistema, portò risultati al di sotto delle attese, evidenziando problemi nella gestione del sistema a causa di malfunzionamenti delle apparecchiature elettroniche e di carenze del sistema informativo centrale. Carenze e difficoltà confermate anche dopo tre anni di rodaggio”. Le organizzazioni delle imprese hanno infatti bocciato il Sistri definendolo “un sistema non idoneo perché comporta eccessivi sovraccarichi sia in termini organizzativi che di costi”.