Sul Sistri si va direttamente per le vie legali. Ad annunciare una dura presa di posizione sul sistema di tracciamento dei rifiuti che dovrebbe scattare a febbraio 2012, è il fronte unico formato da Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani.
Si profila dunque l’avvio di azioni legali da parte delle imprese per recuperare i contributi versati dagli imprenditori nel biennio 2010-2011 per il funzionamento del Sistri che non è mai diventato operativo. “Negli ultimi due anni – dicono in una nota – 325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500mila chiavette usb e quasi 90mila black box. risultato: il Sistri non è mai partito”.
“Abbiamo sempre denunciato – sottolineano Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani – le inefficienze e gli inutili costi del Sistri per le imprese chiamate ad attuarlo. Chiediamo una revisione profonda e strutturale del sistema, per semplificare il quadro normativo e le procedure e rendere il sistri uno strumento di semplice utilizzo, realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza”.
“In attesa che il sistema possa davvero funzionare – sostengono le confederazioni – accompagneremo gli imprenditori nelle azioni legali che saranno aperte nei confronti del ministero dell’ambiente per restituire alle nostre imprese risorse che sono quanto mai importanti in questo momento di grave crisi”.
Faib, d’intesa con Confesercenti e nell’ambito dell’azione promossa da Rete Imprese Italia, sta valutando le azioni da mettere in campo per avviare le azioni finalizzate al recupero delle somme versate.