Doveva entrare pienamente in vigore il 1° settembre prossimo, per il primo gruppo di aziende individuate, quelle più strutturate; invece il Sistri, stante l’attuale formulazione del DL 138/2011, “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, art 6, comma 2, pubblicato sulla G.U. del 13 agosto, varato da Palazzo Chigi ai primi di agosto, è stato abrogato.
Le ripetute denunce di eccessiva complicazione delle procedure informatiche, le inadeguatezze del sistema e delle apparecchiature e i non brillanti risultati dei click day ne hanno messo a dura prova la sostenibilità politica, tanto che alla fine è stato abrogato.
Come denunciato dalle associazioni di categoria, numerose erano le aree di criticità emerse durante la lunga fase di gestazione del sistema. Difficoltà che avevano originato forti critiche e continui rinvii e proroghe.
Il Consiglio dei ministri, pertanto, nel varo della manovra economica bis di agosto ha stralciato il Sistri, tra la sorpresa e le ire del Ministro dell’Ambiente che ha definito “gravissima l’inaspettata norma contenuta nella manovra che cancella il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. Un vero e proprio regalo alle ecomafie”
Una denuncia non condivisa dalle categorie e da Rete imprese Italia che hanno sottolineato l’’opportunità di ripensare il sistema perché se è vero che il Sistri avrebbe consentito di eliminare l’attuale sistema cartaceo, che non è in grado di fornire in tempo reale la tracciabilità e un quadro completo della movimentazione dei rifiuti, è anche vero che l’eccessiva complicazione informatica, oltre all’inadeguatezza strumentale approntata, avrebbe invece solo favorito un sistema farraginoso, costoso e complicatissimo da gestire per le piccole e medie imprese, aprendo varchi di inattuabilità delle procedure.
Con l’abolizione del Sistri resterà in vigore l’attuale sistema di gestione dei rifiuti speciali: registro di carico e scarico, formulari di trasporto e il MUD "Modello Unificato di Dichiarazione" annuale dei rifiuti.
L’annullamento del SISTRI pone il problema dei soldi spesi inutilmente dalle imprese per adeguarsi alla normativa e la questione di come si potranno recuperare i costi sostenuti: dai contributi d’iscrizione per il 2010 e per il 2011, ai costi per partecipare a giornate formative, all’acquisto di chiavette usb e i materiali occorrenti, alle spese per consulenti per formare il personale dedicato a far funzionare il sistema. E’ evidente che un sistema di recupero delle risorse impegnate deve essere individuato.