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Sicurezza, oltre la metà degli italiani non si sente al sicuro. I commercianti tra i più esposti. I risultati di un'indagine di Mannheimer, l'intervento del Presidente Faib

Si conferma una percezione di insicurezza degli italiani che non si sentono al sicuro all’interno delle proprie case ma anche sul posto di lavoro, in particolare se commercianti. Il dato emerge da un’indagine Ispo condotta da Renato Mannheimer, che ha presentato a Milano un Osservatorio Sicurezza al quale è intervenuto il Presidente Faib Martino Landi.
Più della metà degli intervistati, infatti, dichiara di non sentirsi completamente al sicuro all’interno delle mura domestiche. Un dato confermato anche dalle risposte dei commercianti i quali delineano un quadro di insicurezza diffusa e dall’indagine emerge preoccupazione soprattutto per quanto riguarda proprio coloro che gestiscono un esercizio pubblico.
Il 35% degli intervistati rivela di aver subito, in passato, almeno un furto. E un commerciante su dieci confessa di possedere un’arma.
I momenti di apertura e di chiusura degli esercizi sono quelli che preoccupano di più.
Nella vita quotidiana gli italiani che hanno risposto alle domande dell’indagine non mostrano tranquillità. Il 55% degli intervistati confessa di non sentirsi sicuro nella propria abitazione. Va peggio alla domanda relativa alla percezione di sicurezza nella propria città che aumenta esponenzialmente, fino al 76%.
I promotori per monitorare con costanza la situazione della sicurezza hanno fondato un Osservatorio che “vuole rappresentare uno strumento di conoscenza utile a contrastare allarmismi e, allo stesso tempo, a individuare modalità di intervento e soluzioni efficaci”.
Alla presentazione è intervenuto il Presidente della Faib, Martino Landi che ha testimoniato la difficoltà degli operatori sulla rete e le problematiche della sicurezza sugli impianti carburanti. Landi ha reso noto uno stato di malessere che riguarda tutti i gestori carburanti in Italia – circa 24.500 operatori – che nella loro carriera, nella quasi totalità, hanno subito episodi di violenza. Landi ha precisato che da stime effettuate dall’Associazione, sulla scorta delle denunce rilevate dalla categoria, si calcolano – annualmente – oltre 2 mila episodi malavitosi sugli impianti stradali di distribuzione carburanti, episodi sollecitati dall’enorme mole di denaro che passa dalle stazioni di servizio.
I dati presentati – ha detto il Presidente Faib – dimostrano che i gestori, con i tabaccai, rappresentano la categoria che si sente più insicura all’interno della propria attività, soffendo una percezione del rischio più alta di altre categorie come gioiellieri, ristoratori, farmacisti… L’elemento che maggiormente preoccupa, in caso di rapine ed atti malavitosi, vede al primo posto (37,6%) il furto del denaro nella cassa,e poi a seguire il pericolo personale… Le ragioni per le quali i gestori mettono al primo posto la difesa del denaro, addirittura dopo quella della persona, sono da ricercarsi nel fatto che il gestore è chiamato a risarcire le cifre rilevanti di contanti, che rappresentano per oltre il 50% Accise ed Iva, dello Stato e delle compagnie. In caso di rapina il gestore deve rifondere tutto l’incasso. Quello che si trova a difendere a volte vale il guadagno di un intero anno di lavoro.
E’ – ha concluso Landi – appurato che i distributori di carburanti sono il bersaglio preferito della delinquenza organizzata, della micro-criminalità, di tutti gli sbandati.
L’attività di vendita carburanti, in questo senso, si caratterizza come una vera esposizione al pericolo, che aumenta in determinate circostanze, come quelle che si realizzano sugli impianti lungo le grandi arterie e sulla viabilità veloce, o nei punti isolati e nelle aree disagiate e in certe fasce orarie. Una situazione che richiede un intervento teso a diffondere maggiormente la moneta elettronica che però ad oggi costa troppo, sia per i gestori che per i consumatori.