Aldo Datteri, Presidente Regionale della Faib ligure: “è il segno della grande sofferenza delle gestioni Eni che stiamo denunciando da tempo”
Complessivamente nella Liguria oltre il 60% degli impianti Eni ha aderito allo sciopero. I gruppi dirigenti liguri giudicano molto soddisfacente il risultato ottenuto con l’iniziativa di protesta che ha visto la chiusura degli impianti a marchio Eni svoltasi nella giornata del 9 settembre.
Faib Liguria, unitamente ai colleghi della Figisc, hanno voluto denunciare il tentativo dell’Eni di scaricare i problemi della rete sui gestori e informa che le adesioni all’iniziativa di sciopero hanno fatto registrare complessivamente una partecipazione molto positiva, con punte di adesione totale della Categoria, come è avvenuto a Savona Città, La Spezia e Provincia e altre significative realtà come a Genova dove si è ampiamente superato il 50% delle adesioni.
Alla base della contestazione il modello ghost, che si presenta come la negazione del modello Eni Station e il tentativo di espellere i gestori dalla rete, la politica portata avanti dall’Azienda sui cluster e sulla discriminazione dei prezzi che scarica i costi sui gestori, depredando il margine riconosciuto nel Contratto Nazionale, l’irragionevole rifiuto di Eni di accedere ad intese che pure le nostre Federazioni avevano proposto sulla scorta di un profondo senso di responsabilità.
La protesta, segnalano dalla Faib ligure, più precisamente lamenta il mancato rinnovo dell’Accordo e le attuali condizioni economiche; ribadisce la riaffermazione del ruolo del gestore e la redditività delle gestioni, l’intangibilità del margine, la necessità di garantire condizioni eque e non discriminatorie; contesta l’uso di cluster incredibili nelle stesse aree, la cattiva assistenza e l’assenza di manutenzione sulla rete, i ritardi nei pagamenti dovuti al gestore, la gestione delle carte e dei punti fedeltà, la questione dei cali.
“Mi auguro che l’Eni – ha sottolineato il Presidente Nazionale della Faib, Martino Landi – non vorrà sottovalutare i forti segnali di protesta che pervengono dal territorio e imprima concretezza all’incontro in programma per la prossima settimana. Diversamente saremo costretti a registrare una crescente mobilitazione della Categoria, così come avvenuto in alcune aree della Romagna, in Liguria e poi come già minacciato in Toscana e altre importanti aree del Paese, da cui ci pervengono comunicati in questo senso.
Insomma ”il tempo delle attese è definitivamente scaduto” con il rischio concreto che ci sfugga di mano un’opportunità che ancora l’Azienda e le Organizzazioni dei gestori potrebbero cogliere.