Si è svolta presso la Prefettura di Roma l’attesa riunione per la sicurezza sugli impianti di distribuzione carburanti convocata dal Prefetto Dr. Giuseppe Pecoraro, alla presenza del Questore di Roma Dr. Francesco Tagliente, del Presidente della Faib, Martino Landi, della rappresentanza della Confesercenti e della Confcommercio di Roma e dell’Abi, l’ Associazione Bancaria .
Nel corso dell’incontro il Prefetto ha comunicato di aver avviato i contatti per sollecitare la costituzione di un tavolo nazionale di confronto per la sicurezza nelle attività commerciali più a rischio: benzinai, tabaccai, supermercati, orafi, farmacie….al fine di affrontare le criticità relative alla gestione del flusso di denaro gestito dalle imprese economiche.
Il Questore ha ribadito – ai fini della prevenzione e del contrasto ai fenomeni criminosi – l’importanza di un intervento finalizzato al contenimento della moneta circolante.
Su questo punto Confesercenti e Confcommercio hanno ribadito l’esigenza di intervenire subito dando la piena disponibilità al prosieguo del confronto in sede nazionale con le categorie coinvolte.
Il Presidente della Faib Landi ha sottolineato che l’ utilizzo della moneta elettronica al momento si scontra con l’elevato costo di bancomat e carte di credito. Il Presidente Faib ha quindi focalizzato la questione sull’elevato costo di questo servizio chiedendo che ciascun attore delle diverse filiere coinvolte si facciano carico delle spese di loro competenza.
“Ciò che non è pensabile, né giusto – ha detto Landi – è che su un incasso di mille euro, tramite bancomat o carta, di cui il 60% va allo Stato e il 37,5% alle compagnie, il gestore debba sopportare l’intero onere del costo delle transazioni a fronte di un misero 2,5% che costituisce il suo margine. In altri termini su mille euro incassati il gestore percepisce circa 21,5 euro lordi, a fronte dei 600 dello Stato e dei 375 delle compagnie: su questi soldi incassati né lo Stato né le compagnie pagano nulla, mentre i soli gestori debbono corrispondere alle banche una commissione di 8 euro che vanno detratti dai 21,5. Il costo delle transazioni elettroniche, in questo modo, giunge a pesare sul lavoro del gestore per circa il 35% del suo margine. E’ una situazione insostenibile a fronte della quale occorre che tutti facciano la loro parte.”