Queste le priorità approvate dalla Presidenza della Faib, riunita l’8 Ottobre scorso presso la sede Nazionale a Roma, nel corso del dibattito, molto partecipato, seguito all’apertura dei lavori del direttore Pergamo e alla relazione del presidente Landi.
La Presidenza ha denunciato che il continuo sottrarsi dal confronto da parte di alcune primarie compagnie, in termini di impianti, e di tanti retisti privati non può più essere tollerato. La legge è uguale per tutti. Per questo la Faib inizierà fin da questa settimana ad organizzare riunioni e assemblee sul territorio, invitando come primo atto i gestori dei retisti più rappresentativi a riunirsi e organizzarsi in comitati di colore. Il secondo passaggio sarà la formalizzazione, d’intesa con le altre sigle sindacali, di una richiesta a trattare, nel rispetto delle leggi che regolano il settore.
Infine le controparti saranno chiamate, nel rispetto della normativa vigente, ad aprire tavoli negoziali in assenza dei quali scatterà la denuncia per condotta antisindacale e saranno valutati, caso per caso, i diversi profili di contestazione, dall’abuso di posizione dominante alla corretta applicazione dei contratti di cessione ad uso gratuito delle attrezzature e del trattamento economico.
Il continuo aumento di soggetti privati che si sono affacciati in questo mercato, imponendo contratti in contrasto con la legge e margini da fame, impone a tutta la rappresentanza sindacale un cambio di strategia e una azione decisa verso le istituzioni che devono vigilare per garantire il rispetto della legge. Non è consentito a nessuno imporre a questa categoria obblighi e costi ingiustificati, una remunerazione iniqua che genera anche concorrenza sleale. Occorre quanto prima respingere quel tentativo di marginalizzazione che allontana e squalifica la rete italiana rispetto al resto dell’Europa.
Faib, con Figisc e Fegica, ha avviato un percorso unitario per affrontare con coraggio scelte innovative, sia sotto gli aspetti contrattuali che normativi; un confronto già avviato e che dovrà coinvolgere l’industria petrolifera da una parte, sulle nuove tipologie contrattuali, e le istituzioni dall’altra.
Crediamo non sia più tollerabile dare vantaggi competitivi a coloro che si sottraggono al confronto negoziale e, come già fatto per Tamoil, sono già pronte altre azioni legali. Ci sono aziende che da 5 anni non rinnovano gli accordi economici e stanno peggiorando le condizioni economiche dei gestori, applicando contratti illegali sulla rete carburanti. E’ una vergogna che deve essere fermata.
La Presidenza Faib ha espresso piena condivisione alle iniziative di lotta dei colleghi della rete Autostrade, seguite gli atti di indirizzo e al D.M interministeriale, oltre ai bandi di gara per l’affidamento delle aree di servizio in scadenza a fine 2015. Tali atti, come è noto, sono stati impugnati da Faib, Fegica e Anisa in quanto in palese contrasto con i principi normativi statuiti nell’ambito degli atti stessi e dello stesso decreto, oltre che in diversi punti in flagrante violazione delle leggi di settore. L’ obbiettivo perseguito è quello di espellere, passo dopo passo, la categoria dal settore autostrade, dopo che negli ultimi anni la stessa si è vista ridurre gli erogati di oltre il 50 %, mentre le grandi lobby, concessionarie , compagnie petrolifere, ristorazione intendono ritagliare per se i ricchi introiti , nascondendosi dietro presunte innovazioni. Assenza di una reale ristrutturazione della rete, meccanismi ideati ad hoc per favorire un evoluzione guidata della rete, negazione dei diritti sul sotto pensilina sono i principali punti critici che inficiano le conquiste in materia di continuità gestionale. Si vuole mettere a rischio il servizio pubblico assistito sulla rete autostradale. Per questo i gestori hanno proclamato lo sciopero dalle 06.00 del 20 alle 06.00 del 22 ottobre pv.
La Presidenza ha anche affrontato, ancora una volta, la questione dei costi insostenibili della moneta elettronica, registrando un forte rammarico per l’atteggiamento di silenzio della Banca d’ Italia, alla quale Faib, Figisc e Fegica si erano rivolte prima della pausa estiva, chiedendo un autorevole intervento di rivisitazione delle commissioni applicate dal sistema bancario italiano al settore della distribuzione carburanti. Oggi questi costi appaiono fuori da ogni logica di mercato e non sono condivisibili talune scorciatoie come gli accordi al ribasso proposti alla categoria.
Faib in un ottica unitaria proporrà nei prossimi giorni a Figisc e Fegica una azione più incisiva su questo tema fino ad arrivare a decisioni estreme, vista l’indifferenza del sistema bancario, dei petrolieri e dello Stato , al quale i gestori garantiscono, a loro spese, oltre 40 miliardi di incassi , svolgendo il ruolo di esattori d’imposta, a costo zero per tutta la filiera.