Il Governo assicuri rispetto delle Leggi
I gruppi dirigenti di Faib, Fegica e Figisc, riuniti a Roma in seduta congiunta, hanno condiviso la gravità del momento che attraversa la distribuzione carburanti messa al centro di attacchi provenienti da più parti.
La contrazione delle vendite – sia a causa del peso delle imposte sui carburanti tra i più alti in assoluto in Europa, sia soprattutto a causa di condizioni di acquisto che non consentono di competere con una concorrenza cui i medesimi fornitori cedono il prodotto a prezzi stracciati – unitamente al taglio ai margini imposti dalle Compagnie petrolifere con la politica delle promozioni e degli sconti discriminatori verso gestori e cittadini ed all’aumento incontrollato dei costi di gestione, hanno dimezzato seccamente in pochissimi anni il già esiguo margine lordo della Categoria e stanno conducendo migliaia di gestori al fallimento ed alla chiusura delle attività.
In particolare le tre Federazioni hanno denunciato il preoccupante stallo del rinnovo degli accordi economici e normativi, mediamente scaduti da oltre due anni, a partire da quello con il market leader, operatore il cui maggiore azionista di riferimento è ancora lo Stato, con il quale, nonostante l’intervento governativo, la trattativa non si sblocca, avvitandosi su questioni estranee alla negoziazione sindacale.
Gli Organismi dirigenti di Faib, Fegica e Figisc hanno espresso tutta la loro contrarietà alla improvvisa cancellazione della gratuità delle transazioni di pagamento con moneta elettronica che interviene contestualmente all’introduzione dell’obbligatorietà all’accettazione dei pagamenti con carte. Un regalo alle banche, sulle spalle dei gestori e dei consumatori.
I Rappresentanti di Categoria, nel corso degli interventi svolti anche in video conferenza, hanno denunciato il tentativo di emarginare ed espellere i gestori con l’ulteriore selfizzazione della rete e la palese discriminazione perpetrata sul livello dei prezzi praticati tra impianti a marchio, pompe bianche e grande distribuzione, riforniti sempre dai medesimi soggetti, in spregio a qualunque regola di corretta concorrenza.
Le rappresentanze dei gestori hanno rimarcato la mancanza di volontà dell’industria petrolifera di giungere ad una proposta condivisa in tema di nuove tipologie contrattuali, di integrare l’offerta rete con nuove attività non oil, di procedere alla ristrutturazione ed ammodernamento della rete – processo ben diverso dalla generalizzazione degli impianti ghost -, sottraendosi persino agli oneri della normale manutenzione, mentre vorrebbe scaricare sui gestori i costi economici ed occupazionali di una sorta di pseudo-ristrutturazione.
Gli intervenuti delle tre Federazioni hanno evidenziato un attacco concentrico ai diritti della Categoria sanciti dalla normativa dello Stato a tutt’oggi vigente ed anche recentemente confermata (dal D. Lgs 32/98, alla Legge 57/2001, alla Legge 27/2012), portato avanti da settori dell’industria petrolifera e persino da Istituzioni che avrebbero il compito di tutelare le piccole imprese dall’abuso di dipendenza economica.
Le Organizzazioni dei gestori hanno deciso di richiedere l’immediato intervento del Governo, perché faccia rispettare l’osservanza delle Leggi che regolano il settore, e di programmare, in accordo con i colleghi del segmento autostrade, riuniti in Assemblea unitaria a Milano, iniziative di contrasto e di chiusura dei servizi fino allo sciopero generale sulla rete. Tra le iniziative che saranno proposte ai colleghi autostradali vi sono anche la proclamazione dello stato permanente di mobilitazione/agitazione sulla rete, consistente in una articolazione territoriale e temporale differenziata di protesta e sospensione dei servizi collegati ai rifornimenti carburanti.