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Ricatti, arroganza e buona fede: l'involuzione degli strumenti del confronto

Viviamo certamente tempi difficili, stretti tra crisi economica, tagli allo stato sociale e prospettive incerte.
Tempi duri per gli operatori economici e per le persone perbene che si confrontano quotidianamente con i temi delle difficoltà delle famiglie e dei consumatori, costretti ad una sorveglianza esasperante dei conti, a ridurre le spese e rincorrere i risparmi.
Le imprese attraversano una delle fasi più difficili del nostro recente passato.
E’ uno scenario con cui tutti debbono fare i conti, in cui tutti cercano nuove compatibilità: economiche, relazionali, valoriali.
Sappiamo che è nei momenti difficili che si misurano gli uomini, con la ricerca di soluzioni adeguate ai tempi.
E’ una ricerca difficile, complessa, che richiede pazienza, intelligenza, moderazione, gradualità, esercizio al confronto; e invece spesso scade nella spasmodica ricerca di una soluzione rapida, rozza, schematica: sino a sfociare nel mare delle peggiori tentazioni autoritarie, nella pozzanghera della prepotenza e della protervia.
Ciò che caratterizza – o dovrebbe caratterizzare – l’operato delle persone perbene è il rispetto per l’altro, il rispetto delle regole, delle norme.
Arroganti o ignoranti, disperati o miserabili, quando si ricorre al ricatto per imporre i propri interessi si fa sempre una cosa deplorevole che qualifica solo chi la perpetra. Purtroppo è quello che succede su vari spezzoni della rete carburanti.
Sono considerazioni che non vogliono essere offensive per nessuno perché svolte in senso generale. Certo fotografano un certo mondo…
La lettura è un esercizio di relazione e chi si sente in buona fede non potrà non condividere tali riflessioni; al contrario chi se ne sentirà offeso o turbato potrà trovare motivi di riflessioni e nuove ragioni per sviluppare le attitudini al dialogo e al confronto.

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