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Protocollo carburanti, i protagonisti a confronto

Staffetta quotidiana

Al centro della discussione i prezzi settimanali, il vincolo di esclusiva, il ruolo del gestore e delle Regioni

Compagnie, gestori, Mse, Regioni, consumatori e parlamento si sono ritrovati oggi tutti insieme a discutere sul protocollo di lavoro sulle prossime misure da intraprendere per una riduzione del prezzo dei carburanti (v. Staffetta 21/04).
Proprio oggi, infatti, la Faib ha presentato il suo Oil Report" 2010 – l’Annuario della Distribuzione Carburanti e per l’occasione erano presenti tutti i protagonisti del settore.
Una delle parti del protocollo su cui l’attenzione si è focalizzata maggiormente è stata quella sui prezzi settimanali, il cui obiettivo – ha detto Gianfrancesco Vecchio, dg del Mse – “è tenere il più possibile stabili i prezzi e dare più trasparenza ai consumatori”.
Tuttavia Vecchio ha precisato che comunque “il documento condiviso ieri delinea gli obiettivi e non gli strumenti”. A smontare la tesi del ministero sui prezzi settimanali, ci ha pensato l’allora consigliere per le questioni energetiche del ministro Bersani, Umberto Carpi, che durante il Governo Prodi ha cercato di riformare il settore con le famose lenzuolate. Secondo Carpi i prezzi settimanali produrrebbero l’effetto contrario a quello desiderato dal Mse: “se in una settimana sale di molto il Platts accade poi che il lunedì seguente devi recuperare”. Il che – ha detto Carpi – “porta assolutamente a minor trasparenza”.
Dal canto loro, anche le compagnie – pur condividendo il protocollo di lavoro nel suo insieme – si sono mostrate scettiche su una rilevazione settimanale. Roberto Russo, direttore rete dell’Eni, ha detto di essere d’accordo con Carpi. “Tra l’altro – ha aggiunto – il modello tedesco prevede per esempio che i prezzi vengano cambiati più di una volta al giorno”. In generale il protocollo è stato comunque definito da Russo “sostenibile sia socialmente che economicamente”
Altro punto su cui ci si è soffermati è quello sulle nuove forme contrattuali con i gestori. Secondo Sergio Divina, presidente della Commissione Prezzi del Senato, anche se nel protocollo si fa riferimento solo ad una generica previsione di “nuove forme contrattuali”, il solo fatto di parlarne “vuol dire che si vuole uscire dal regime di esclusiva”.
Ma Divina va oltre e invita i gestori a lavorare insieme per cambiare le regole sulla concessione. “Come accade per le farmacie – ha detto Divina provocando l’applauso dei gestori in sala –, anche chi prende in concessione un punto vendita dovrebbe essere colui che gestisce un impianto. Questo vuol dire che il gestore diventa imprenditore”.
A prendere le parti dei gestori ci ha pensato anche Erg, con il direttore Rete Claudio Spinaci che ha sottolineato come il gestore debba essere “rilanciato e non difeso” perché “offre un servizio a valore aggiunto che va pagato. Lo decide il chiede se questo sevizio lo vuole o meno”.
Al convegno di oggi era presente anche il rappresentate della Regione Marche, Innocenzo Di Donato, che ha potuto chiarire la posizione delle Regioni sul protocollo. Ieri infatti – ricordiamo – le Regioni non erano presenti e quindi ancora devono condividere l’intero pacchetto di misure. Condivisione che dovrebbe avvenire con prossimi tavoli ristretti ad hoc.
I punti su cui è essenziale la condivisione con le Regioni sono almeno cinque: riduzione dei p.v., self service, non oil, orari e misure ecocompatibili. In particolare, Di Donato si è detto d’accordo con l’impostazione scelta di chiudere i p.v. non con misure cogenti (“che avrebbero penalizzato l’entroterra”) ma volontariamente e sul self ha precisato che “nessuna regione è contraria, però facciamo una distinzione tra impianti self e impianto ghost”. Quest’ultimi – ha aggiunto Di Donato – “dovrebbero essere circoscritti ad ambiti particolare, come quelli di montagna”.
La parte che le compagnie sembrano apprezzare di più è quella relativa all’istituzione di un osservatorio sulla doppia velocità dei prezzi: “finalmente si farà questa analisi in sede istituzionale e chiudiamo una volta per tutte questo argomento” visto che finora “è stato strumentalizzato", ha detto Corrado Feolo, direttore rete Api-IP.
Le compagnie sono state tutte concordi comunque nel dire che un “po’ di sano nazionalismo non guasta”. “Non capisco – ha detto a questo proposito Paul Mannes , direttore rete di Total- questa volontà di imitare il modello tedesco, francese o belga. Avete un mercato italiano con le sue specificità” che va salvaguardato. Anche perché – ha aggiunto Stefano Saccone, direttore rete di Q8 – se proprio si deve parlare di consumatore coatto (termine più volte usato durante il convegno) questo è “europeo che può fare benzina solo in un modo mentre quello italiano può scegliere tra self e servito”
Come detto, al convegno hanno partecipato anche le associazioni dei gestori, che hanno ribadito i commenti di ieri (v. Staffetta 21/04) nonché i consumatori, con Carlo Pileri dell’Adoc che ha avvertito che le dichiarazioni entusiastiche di una parte dei consumatori “sono a titolo personale e non a nome delle associazioni o del CNCU”.