Il Presidente Landi sottolinea come non siano benzinai a “decidere i prezzi”
Con una nota ufficiale indirizzata al direttore di Sorrisi e Canzoni Tv, Dr Aldo Vitali, la Faib è intervenuta in merito ad un articolo apparso sul giornale a proposito della formazione dei prezzi della benzina, che l’articolista attribuiva alla piena facoltà del gestore, con invito di pubblicazione nel prossimo numero della rivista.
Nella nota indirizzata al giornale, a firma del Presidente Faib Martino Landi, la Federazione ha segnalato “alcune informazioni non corrette riportate (…) sotto i consigli di Davide Parenti a proposito dei prezzi dei carburanti.
Landi ha evidenziato per prima cosa che “i benzinai non gestiscono il prezzo dei carburanti e, dunque, non decidono i prezzi e, di conseguenza, non hanno alcuna responsabilità, sotto questo punto di vista”.
La nota precisa che “il prezzo dei prodotti petroliferi, benzina e gasolio, è nelle mani esclusive delle compagnie petrolifere e dei proprietari degli impianti: sono loro che decidono le politiche commerciali e i prezzi da praticare al pubblico, cambiandoli quotidianamente e spesso anche più volte al giorno. Il benzinaio si limita ad aggiornare il listino. Il superamento del prezzo indicato dalle compagnie/proprietari può dar luogo anche alla risoluzione del contratto con conseguente perdita del posto di lavoro per il gestore.”
Ciò detto Landi ha anche fatto presente che il prezzo più basso non sempre è indice di efficienza, anzi, ha continuato: “Le indagini della Finanza negli ultimi mesi hanno evidenziato che una differenza troppo marcata nel prezzo spesso nasconde traffici illeciti.”
Il Presidente Faib ha poi rimarcato come: “Come è noto, il meccanismo di formazione dei prezzi sul mercato italiano dei carburanti si basa sulle quotazioni petrolifere internazionali del Platt’s. Per gli operatori che vendono carburanti sul mercato italiano questi prezzi rappresentano i costi di approvvigionamento a cui per ottenere i prezzi finali al consumo vanno sommati i margini lordi delle compagnie e le tasse. Il margine lordo va a copertura di una pluralità di costi: logistica e trasporto, margine del gestore, investimenti punto vendita, pubblicità e promozioni. La quotazione internazionale pesa per il 27% per la benzina e per il 30,5% per il gasolio, il margine lordo costituisce l’8,7% e il 9,4% rispettivamente per benzina e gasolio e infine il carico fiscale, Iva e accisa, sono il 64,4% per la benzina e il 60,1% per il gasolio. Quest’ultima voce incide pesantemente sul cosiddetto stacco Italia, come è risaputo e facilmente verificabile nelle statistiche ufficiali e nella letteratura specialistica di settore. Al contrario il costo industriale di benzina e gasolio si posiziona ampiamente sotto la media del costo dei medesimi prodotti in ambito UE, mentre la componente fiscale fa balzare l’Italia al secondo posto, dietro ai paesi Bassi, in questa speciale classifica della tassazione dei carburanti.”
Landi su questo punto ha aggiunto che “è auspicabile che i propositi di taglio alle accise manifestate dal Governo in carica trovino uno sbocco normativo a breve.”
Da ultimo Faib ha tenuto a dettagliare che “il settore della distribuzione carburanti è quello più sorvegliato in assoluto nell’ambito delle attività commerciali nel nostro Paese: basti solo ricordare che ogni volta che i gestori cambiano prezzo in aumento debbono comunicarlo all’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico che li pubblica sull’apposito sito reso visibile a tutti i cittadini italiani.”
Una cosa più unica che rara nel panorama commerciale italiano, aggiungendo che “Crediamo che non ci sia un altro prodotto così monitorato. Senza contare la continua e costante azione di monitoraggio svolta dall’Antitrust.”