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Polemiche inutili e pretestuose mettono in ombra i problemi della categoria. Ignorare le provocazioni, lavorare alla soluzione dei problemi

Il rinnovo dell’accordo economico tra le due più importanti Associazioni di categoria dei gestori, Faib e Figisc, ed Eni, dopo una lunga trattativa durata 18 mesi, ha scatenato l’ira furibonda di coloro che quell’accordo non l’ hanno firmato, pur avendolo discusso, e preparato, in tutti i dettagli, nel corso di una quarantina di incontri durati mediamente sulle 4 ore. Come dire, un po’ tardi per manifestare tutta questa virulenta contrarietà.
Così assistiamo, increduli, da un mese e mezzo a invettive, insulti, offese.
Non partecipiamo a questo torneo della volgarità gratuita, abbiamo invece esposto fatti, circostanze e commenti di merito delle questioni. Con toni pacati e ragionevoli.
Dubitiamo che spostare il circo romano sulle varie piazze d’Italia, al di là dello spettacolo promesso e gratuito, possa sortire gli effetti auspicati dagli organizzatori: anzi ci sembra che più aumenta il livello di agitazione e di concitazione più sfumano le argomentazioni degli strenui oppositori alla ricerca unicamente di visibilità.
Ci permettiamo di dire che siamo in presenza di una reazione stupefacente, inusitata, inconcludente, e molto volgare. Una reazione immotivata, ma che trova origine in diversi fattori.
Un primo elemento. La verità è che l’Accordo tra Eni, Faib e Figisc apre un nuovo scenario nelle relazioni industrialie segna un punto di svolta, e di rottura, nei rapporti Aziende Associazioni di categoria, superando lo schema ruotante intorno alla contrapposizione, a prescindere e per principio, e alla rappresentanza, un po’ sceneggiata e superata dai tempi, intesa come quella tipizzata del lavoro dipendente. Un salto politico culturale importante, decisivo, che riposiziona il gestore al centro della distribuzione carburanti, lo rende protagonista attivo del successo dell’impianto, e lo riconosce come tale. Come decisore delle scelte imprenditoriali sul pv. Non, dunque, un operatore in attesa dei clienti ma soggetto dinamico capace di attivare processi di crescita. E’ un impostazione che segna una nuova visione della rete e del ruolo del gestore e può favorire una collaborazione più ampia sul terreno delle politiche energetiche e del non oil, dove le capacità professionali saranno sempre più premianti.
Un secondo elemento. L’accordo riveste particolare importanza per i rilevanti aspetti innovativi che, da un lato, valorizzano la figura del gestore, restituiscono un quadro di certezze economiche e normative, portano al rinnovo di tutti i contratti dei gestori per la durata di sei anni più sei e, dall’altra, prevede, in forma sperimentale, l’introduzione condivisa e cogestita di flessibilità ritenute necessarie rispondere ai continui mutamenti di mercato, in un quadro di regole condivise e previste dalla legge, che riconferma la sua attualità e capacità di interpretare i nuovi bisogni della collettività in materia di diritto alla mobilità. Immaginare, in un mondo che cambia continuamente, di mettere sotto vetro le relazioni e le dinamiche della filiera petrolifera è anti-storico e velleitario.
Occorre invece l’intelligenza dinamica di fornire le risposte adeguate, nella cornice delle tutele e del rispetto delle autonomie imprenditoriali delle singole gestioni, che non sono attività da mettere sotto tutela ma da liberare nella libera competizione.
Un terzo elemento. Questo quadro appena delineato si insedia nel cuore delle aspettative dei gestori a marchio e porta risorse necessarie alle gestioni con la corresponsione di una “ una tantum”, prevista per fasce, e innova il margine di guadagno dei gestori mediamente dell’8.5%, con la previsione di ulteriori benefici sui pagamenti dei carburanti, smentendo con i numeri le sciocchezze raccontate.
Un quarto elemento riguarda la conferma e l’attualità, condivisa dal leader dell’industria petrolifera, del contesto normativo. Sottolineiamo due aspetti assolutamente rilevanti: la possibilità di rinnovare tutti gli accordi in scadenza, secondo il dettato della legge e, dunque, di 6 anni più 6 anni, e la disponibilità dell’Azienda di recedere da quei contratti che avevano scatenato la forte opposizione delle Associazioni di categoria e vale a dire i contratti di associazione in partecipazione. Quest’ultimo aspetto rappresenta un fatto assai rilevante, ottenuto grazie all’accordo sottoscritto, e consente di liberare l’orizzonte dei gestori Agip dall’incubo delle Associazione in partecipazione.
Un quinto elemento. Richiama il passaggio da quell’essere un Sindacato rivendicazionista, fermo a posizioni da prima Repubblica, ad una moderna Associazione d’impresa. In questo senso aspetti innovativi rivestono la previsione di un patto di partenariato sulle strategie di modernizzazione della rete con la costruzione di un percorso di concertazione Azienda – Associazioni, l’introduzione di strumenti quali la formazione per ottimizzare le performance dei gestori.
La sfida imprenditoriale non è cosa che riguarda solo l’Azienda. Concerne anche il gestore e la sua rappresentanza, nelle aree di loro spettanza, che per questo non possono limitarsi a logiche contrappositive e conflittuali, ma debbono scendere sul terreno del confronto delle proposte operative, lontani dai radicalismi dei proclami ideologici. In questa direzione ci piace sottolineare l’apertura alla valorizzazione e alla tutela delle risorse umane prevista, novità assoluta, con la copertura assicurativa sia sanitaria contro i rischi di malattie professionali sia per episodi di furti e rapine.
Un principio di civiltà, quello della sicurezza sul lavoro, presente in tutti i contratti e storicamente assente in questo settore, dove il gestore è costretto a difendere il frutto del suo lavoro a costo della vita.
Un sesto elemento è il riconoscimenti del diritto di prelazione a favore del gestore in caso di vendita di singoli impianti; è un riconoscimento ad una lunga battaglia della Faib e al valore del gestore che è di particolare soddisfazione.
E’ su questi temi che dovrebbe volgere il dibattito invece che sulle offese gratuite e senza sbocchi.
Sulle questioni aperte delle altre vertenze e della soluzione del bonus fiscale e dell’applicazione del Protocollo Scajola.
Alle polemiche rispondiamo nel merito e auspichiamo che con la fine dell’estate arrivi una nuova aria nel confronto associativo. Ne ha bisogno il settore ne hanno bisogno i gestori. Per quanto ci riguarda siamo impegnati da una parte a costruire l’agenda per l’attuazione dell’accordo e dall’altro a trovare soluzione ai mille problemi aperti.
Su questo siamo impegnati e su questo lavoreremo.