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Petrolifera Adriatica, Faib Fegica e Figisc chiedono al Ministero della Transizione Ecologica l’attivazione della procedura di conciliazione prevista dal D. Lgs. 32/98.

Con una nota unitaria al Ministro della Transizione Ecologica, prof Roberto Cingolani, Faib Fegica e Figisc hanno chiesto l’attivazione della procedura di conciliazione prevista dal D. Lgs. 32/98 nei confronti di Petrolifera Adriatica.

La nota è scaturita da una identica richiesta avanzata da Petrolifera Adriatica al Mise riportante in particolare “notizie false, ed addirittura lesive dell’onorabilità delle… Federazioni, che non rispecchiano assolutamente la realtà dei fatti.”

Nella nota ufficiale le Federazioni dei gestori precisano che “E’ dato di fatto certo che Petrolifera Adriatica abbia proceduto ad acquistare il ramo d’azienda da Esso Italiana… con l’intento preordinato, alla luce dei comportamenti successivi, di violare la normativa che disciplina il settore della distribuzione carburanti”

Questo intento per Faib Fegica e Figisc è dimostrato dal fatto che Petrolifera Adriatica ha agito 1) “…sebbene fosse perfettamente a conoscenza delle condizioni economiche contenute dall’accordo di colore siglato da Esso Italiana S.p.A, del 16 luglio 2014 con Faib Fegica e Figisc ai sensi della normativa di settore così come determinata dal D.Lgs 32/98, L.57/2001, L. 27/2012; 2) fosse perfettamente a conoscenza del proprio obbligo di continuare ad applicare il precitato accordo, non essendo firmataria di un proprio accordo di colore, fintanto che non ne avesse sottoscritto uno con le associazioni di categoria; 3) sebbene nella comunicazione a firma congiunta di Petrolifera Adriatica ed Esso Italiana, con la quale i singoli gestori venivano avvisati della prossima cessione del ramo d’azienda, le stesse aziende informavano che Petrolifera Adriatica sarebbe subentrata in tutti i contratti in essere, ivi incluso quello di fornitura, alle medesime condizioni applicate da Esso Italiana all’atto della cessione del ramo aziendaleQuesto per le Federazioni dimostra chePetrolifera Adriatica ha proceduto, fin dal primo giorno successivo all’acquisto degli impianti, a disapplicare le condizioni economiche applicate da Esso Italiana e ad applicare d’imperio ai gestori condizioni economiche, di propria esclusiva scelta, notevolmente inferiori e peggiorative rispetto a quelle contenute nel c.d. accordo Esso. Al contrario di altri acquirenti degli impianti … ESSO …  Petrolifera Adriatica ha preteso di applicare alle forniture di carburante ESSO ai gestori degli impianti acquistati condizioni economiche dalla stessa determinate in totale autonomia, in cosciente violazione di quanto disposto dal D. Lgs. 32/1998 come modificato dall’art. 19 L. 57/2001.”

Per Faib Fegica e Figisc sono “Assolutamente irrilevante, oltre che fuorviante, … la circostanza dell’impossibilità dedotta da Petrolifera Adriatica di poter applicare le condizioni economiche, a suo tempo applicate da Esso Italiana, in considerazione delle differenti dimensioni aziendali rispetto alla Cedente ESSO in quanto Petrolifera Adriatica, se avesse avuto tale incapacità non avrebbe dovuto procedere all’acquisto del ramo d’azienda in quanto inadeguata economicamente a operare con gli impianti acquistati. Tale affermazione è altresì falsa, in quanto Petrolifera Adriatica, a seguito dell’acquisto del ramo d’azienda, grazie anche alla mancata applicazione delle condizioni economiche previste nell’Accordo di colore Esso, è passata da una perdita di bilancio nell’anno 2016, ad utili di bilancio pari oltre 4.000.000 di euro sia per l’anno 2017 che per l’anno 2018, anno nel quale ha altresì proceduto ad una distribuzione di dividendi in favore dei soci di ben 2.000.000 di euro, con  utili per € 3.377.303 nell’anno 2019. Dati questi ufficiali ed incontrovertibili.”

Come incontrovertibile è il dato sugli abbandoni degli impianti come si evince anche dall’anagrafica dell’osservatorio del MISE relativa al giorno del subentro ad ESSO dove Petrolifera risultava gestore in soli 2 impianti contro i 72 di oggi, a fronte dei circa 183 impianti acquisiti. Dunque, decine e decine di gestioni che hanno dovuto gettare la spugna, a testimoniare la sofferenza dei gestori in contraddizione con quanto sostenuto dall’azienda secondo la quale avrebbero invece accettato di buon grado il nuovo corso aziendale…tanto di buon grado da scappare appena possibile.

Ciò detto le Associazioni dei gestori “…fin dal principio …hanno instaurato anche con Petrolifera Adriatica, così come accaduto per tutte le altre società acquirenti un ramo d’azienda da Esso Italiana, un Tavolo presso il Ministero dello Sviluppo economico al fine di siglare, ove la nuova compagnia non avesse inteso per ragioni giustificabili applicare l’accordo Esso, un nuovo accordo di colore; ebbene le tre Federazioni sono riuscite a raggiungere accordi con gli acquirenti, ove ciò è stato necessario, tranne che con Petrolifera Adriatica, …nonostante il comportamento sopra descritto tenuto da Petrolifera Adriatica, che non può essere oggetto di smentita, … nel corso di questi quattro anni, (Faib Fegica e Figisc) si sono sempre dichiarate disponibili a siglare un nuovo accordo con Petrolifera Adriatica, prevedendo anche l’applicazione di condizioni economiche parzialmente peggiorative per i gestori rispetto a quelle contenute nell’accordo di colore Esso purché in linea con gli accordi di colore siglati con le altre Compagnie petrolifere ed in linea, oggi, con la situazione di mercato conseguente alla nota pandemia da covid-19; prova ne sono tutti i verbali sottoscritti nelle singole riunioni, nonché le missive di volta in volta inviate…”

Nella missiva unitaria, le Federazioni sottolineano che ad oggi appare evidente “l’unico vero motivo che ha comportato l’impossibilità di siglare un accordo di colore con Petrolifera Adriatica è la pervicace ed inammissibile ostinazione di quest’ultima di pretendere che l’accordo contenga una clausola ad hoc che disciplini il periodo pregresso, ovvero dal 2017, data di acquisizione del ramo d’azienda, alla data di stipula dell’accordo, con una sanatoria dei maggiori utili illeciti conseguiti, prevedendo il pagamento in favore dei gestori solamente di un importo una tantum a tacitazione di ogni e qualunque pretesa. A questo specifico proposito, prescindendo dalla quantificazione degli importi, peraltro irrisori, prospettati da Petrolifera Adriatica, è solo il caso di ricordare, a beneficio del Ministero, l’impossibilità delle sottoscritte Federazioni di procedere a sottoscrivere rinunce e transazioni in favore dei gestori relativamente a diritti dagli stessi già acquisiti.”

Ad aggravare poi il quadro delle relazioni per Faib Fegica e Figisc è intervenuto anche il fatto che “Petrolifera Adriatica, contrariamente a quanto posto in essere da tutte le compagnie petrolifere, si è rifiutata financo di siglare con le Federazioni accordi di solidarietà anti COVID in favore dei gestori, colpiti duramente dalla situazione pandemica, nonché ha completamente omesso di fornire agli stessi gestori anche solo un minimo di assistenza in termini di fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) ovvero in termini di sospensione e/o riduzione dei canoni degli affitti di rami d’azienda piuttosto che delle locazioni commerciali relativamente alle attività NON OIL.”

A fronte di tutti elementi e nonostante le ripetute condanne a carico di Petrolifera Adriatica, Faib Fegica e Figisc ribadiscono, ancora una volta “la disponibilità a sottoscrivere un Accordo di colore che disciplini i rapporti dei gestori per il futuro, che preveda condizioni economiche tali da garantire un esistenza dignitosa ai gestori, in linea con i valori economici già riconosciuti dal mercato di riferimento, senza concedere vantaggi competitivi e chiedono al Ministro Cingolani … l’attivazione della procedura di conciliazione prevista dal D. Lgs. 32/98, art. 1 comma 6, in modo che il Ministero possa acquisire tutti gli atti prodotti e possa assumere una propria decisione.”