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Oggi l'incontro UP, Faib Fegica e Figisc al MSE: riparte il confronto Associazioni gestori Unione Petrolifera

Dopo l’incontro ministeriale con tutta la filiera, riparte oggi il confronto sul merito della riforma tra Unione Petrolifera e Faib, Fegica e Figisc.
Al centro del dibattito le molteplici questioni aperte, a cominciare dalle modifiche apportate al testo del Ddl concorrenza a seguito dell’accordo governo-gestori, alla vigilia dell’iniziativa di sciopero proclamata dalle organizzazioni di categoria. Modifiche che hanno mutato il quadro di intervento che si era delineato all’interno del documento denominato “Proposte di lavoro” varato in sede di tavolo ministeriale da cui è poi scaturito, con molte forzature, il Ddl duramente contestato da Faib Fegica e Figisc.
Le tre associazioni dei gestori hanno più volte ribadito che quella proposta normativa non solo non era condivisa, ma risultava essere una vistosa forzatura del quadro legislativo, andando a violare il tracciato dalla 32/98 e dalla 57/2001, aprendo una voragine nel sistema dei diritti degli operatori della rete.
Il supplemento di confronto, proposto da Faib, insieme a Fegica e Figisc, con l’industria petrolifera, dovrebbe servire a delineare un percorso di condivisione delle azioni finalizzate a rafforzare il ruolo della filiera da una parte e a tracciare le misure necessarie a maggior flessibilità dall’altra, in una logica non unidirezionale. Nel senso che non si possono flessibilizzare solo le condizioni di vita e di lavoro dei gestori, ma è necessario intervenire su un quadro complessivo e sull’intero sistema di relazioni industriali e di modello distributivo.
La logica di acconciarsi ognuno il suo pezzetto e di lasciare invariata – e ingessata – l’architettura di sistema è una logica che non può essere condivisa e incontrerebbe la netta contrarietà della categoria, in nome – non già della conservazione – ma della concorrenza e della competitività. Fanno parte del ragionamento – in modo integrante e inscindibile – la razionalizzazione e l’ammodernamento della rete (propedeutica alla riduzione dei costi della logistica e dello stacco Italia, nel quadro di un disegno complessivo rispettoso delle prerogative e dei ruoli di ciascun attore economico e/o istituzionale) e il bonus fiscale in forma strutturale; la questione della sicurezza sugli impianti e il superamento del differenziale rete extrarete; la cannibalizzazione all’interno dello stesso marchio e l’impropria richiesta di partecipazione crescente ai costi concorrenziali imposti unilateralmente dalle compagnie ai gestori; la ridefinizione del modello negoziale e delle relazioni industriali, in una logica erga omnes.
Questioni che richiedono tempo, lavoro, elaborazioni e, certo, buona volontà, disponibilità al confronto e all’incontro.