Sconcertano e amareggiano le parole dell’Amministratore Delegato di Eni, Dott. Paolo Scaroni, rilasciate nel corso dell’Audizione Parlamentare del 10 ottobre u.s. presso la X^ Commissione Industria del Senato.
La storia economica ed istituzionale di Eni, a cui i gestori hanno contribuito in modo determinante, con sacrificio e dedizione, non si riconosce nelle parole di inusitata superficialità dell’attuale Amministratore Delegato.
I gestori Eni, che quella storia hanno scritto, di generazione in generazione, giorno dopo giorno, fra mille difficoltà, a partire degli anni del mitico Enrico Mattei, giudicano con severità e forte contrarietà le dichiarazioni dell’ad in carica, che risultano lesive dell’immagine di una parte fondamentale dell’Azienda stessa, oltre che delle singole persone.
Si tratta di un’affermazione grave e gratuita che offende il sacrificio di decine di migliaia di uomini che negli anni hanno lavorato, con e per l’Azienda, costruendo una storia di successo, nell’ambito del loro preciso e insostituibile ruolo. Eni oggi è la grande Azienda da tutti riconosciuta grazie all’opera dei suoi uomini, nei diversi ruoli e gradi, a tutti i livelli.
I giudizi espressi non riconoscono il valore del lavoro, pongono un problema di coerenza istituzionale, lasciando per intero le responsabilità delle affermazioni al suo autore.
La Giunta Faib rivolge gratitudine e rispetto al lavoro di tutte le persone impegnate nella gestione della rete carburanti italiana e ai rappresentanti della filiera, a tutti i livelli impegnati, dai gestori dei piccoli punti vendita ai funzionari delle Compagnie ai Direttori rete, esprimendo rammarico per le espressioni utilizzate che fanno trapelare nervosismo e avversità al confronto negoziale che presiede all’elementare principio della legittima rappresentanza degli interessi, in un settore fortemente squilibrato dalla reale composizione delle forze in campo, a tutela della parte più debole.
Nella Repubblica Italiana, pur con tanti problemi, è ancora garantita la libertà d’associazione.