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MSE, rete carburanti: tavoli separati avanti con fatica

Prosegue il confronto sui tavoli ministeriali tra gli attori del settore petrolifero e il Ministero dello Sviluppo Economico per la riforma del settore carburanti.
Dopo una prima tornata di riunioni che ha coinvolto tutti i soggetti della filiera nei quattro gruppi di lavoro individuati dai tecnici del MSE, stenta a delinearsi una linea capace di rimuovere quegli elementi distorsivi che caratterizzano il settore.
La sensazione è che, in un quadro segmentato dalle scelte ministeriali, a cui le Associazioni dei gestori hanno manifestato la netta contrarietà, le prese di posizione individuali non consentano la costruzione di un quadro di insieme sufficiente a delineare interventi normativi per fare uscire il comparto dalle contraddizioni esistenti.
L’incognita derivante dalla parcellizzazione della discussione è che si possano approntare cure con terapie che rischiano di causare effetti collaterali devastanti.
Pesano sulla discussione atteggiamenti di tipo mediatico, demagogico che hanno alcuni soggetti presenti ai tavoli, rispetto ai veri nodi della distribuzione carburanti; gli stessi interventi, in cui ognuno ha tirato l’acqua al suo mulino, dimostrano una chiara volontà a non affrontare i temi alla radice.
La volontà manifestata di chiudere i p.v. in esubero, per aumentare l’ erogato medio, contrasta nettamente con la normativa vigente e la volontà dell’UE: entrambe stabiliscono l’apertura senza vincoli dei nuovi p.v., mentre il vero nodo che permetterebbe un abbassamento del prezzo finale ai consumatori non è minimamente affrontato nei modi e nei tempi giusti.
Ci sono attori che sembrano perseguire unicamente una partita di potere interno al settore, coltivando un’ autosufficienza anacronistica, attraverso un ridimensionamento del ruolo dei gestori, tramite la revisione dei contratti, l’allungamento degli orari, la ristrutturazione dirigistica della rete, la liberalizzazione del non oil a proprio uso e consumo.
Si tratta con tutta evidenza di una trama scritta a dispetto delle regole della concorrenza, del libero mercato, della necessità di garantire un servizio, della tutela del diritto alla mobilità per i cittadini delle aree svantaggiate, della necessità di abbassare i prezzi alla pompa.
Una politica forte dovrebbe saper affermare che il tema dei diritti dei cittadini non è nella disponibilità del mercato e di chi pensa di depredarlo.
Su questi temi il Ministero deve dare delle risposte non di parte. Come Associazione dei gestori, la riduzione del differenziale del prezzo rete ed extra rete, si parla di 5-7 centesimi litro in meno per tutti i cittadini, rimane l’obiettivo prioritario, insieme ad un allentamento del vincolo di esclusiva che lega i gestori alle Compagnie petrolifere, per ribaltare sul mercato condizioni riservate solo ed esclusivamente alla grande distribuzione e alle pompe bianche. Non si tratta di stravolgere un settore che dà servizi e assistenza di prim’ordine ma di ridistribuire risorse attraverso un riordino mirato e graduale.
L’auspicio è che il Ministero sappia fare sintesi tra voci diverse e tavoli separati.