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MSE, incontro breve e deludente. Faib: stravolgimento dei principi enunciati

Riunione lampo al MSE dove il Sottosegretario con delega, alla presenza di una ridotta rappresentanza, ha illustrato per capitoli la tabella di marcia del lavoro ministeriale, in relazione agli impegni del tavolo petrolifero e delle “Proposte di lavoro”.
Incontro deludente e senza riscontri oggettivi.
Il Mse si è limitato ad una breve comunicazione ed ha–ancora una volta- indicato degli obiettivi (finti) in capo a petrolieri e retisti (modernizzazione della rete, traguardo di 15mila impianti self, più non oil) calcando la mano ( o calando la maschera) sugli impegni in capo ai gestori, a partire dalla richiesta di condivisione della rivisitazione delle forme contrattuali , rifugiandosi in una genericità che non ha consentito alcun confronto.
A tal proposito, su questo punto, vale quanto scritto nella nota ufficiale dalle tre Associazioni al Presidente del Consiglio e Ministro ad Interim Silvio Berlusconi. Non possono esserci capovolgimenti tattici nel confronto fra le parti, che pure può essere ampio e a trecentosessanta gradi- come più volte ribadito da Faib Fegica e Figisc- ma in un quadro di chiarezza e di certezze giuridiche orizzontali e valevoli erga omnes.
Al momento siamo- per usare un espressione che plasticamente può rappresentare un comune sentire- nel porto delle nebbie.
In questa direzione, l’editoriale del Presidente Landi, sul prossimo numero di Distribuzione Carburanti, coglie il senso del confronto in atto e mette in guardia gli attori della filiera sulla necessità inderogabile di condividere i passaggi in atto.
Ad oggi la proposta avanzata dal MISE appare del tutto inadeguata nell’approfondimento dei vari punti enumerati nella proposta di lavoro.
Nello specifico è deludente l’approccio alla riduzione dei costi riguardanti l’utilizzo della moneta elettronica.
Appare confusionaria la proposta di disciplina della trasmissione dei prezzi che mischia gli obblighi della legge 99/2009 con gli obiettivi del protocollo di lavoro.
Ancora peggio sulla riduzione degli impianti e sul conseguente rifinanziamento del fondo indennizzi che prevede tra le altre cose l’estensione del beneficio ai poveri petrolieri equiparati nel trattamento ai gestori carburanti. In sostanza si chiede alla categoria di uscire dal settore e permettere l’installazione di impianti ghost, finanziati dai gestori stessi. Un bel capolavoro di coerenza e fedeltà ai principi sanciti nel protocollo Scajola prima e nelle proposte di lavoro del sottosegretario Saglia poi.
Si predica bene e si razzola male, si produce disoccupazione e non si razionalizza, facendo ulteriori regali a retisti e GDO.
Per quel che riguarda poi la trasparenza sui prezzi si rasenta il capolavoro: si toglie la quarta cifra e si arrotonda al centesimo superiore, all’insegna del risparmio. Infatti si elimina il terzo decimale nella comunicazione del prezzo che però rimane in vigore sulle colonnine e sul portafoglio degli italiani. Infine, adesso il Governo scopre le carte e dice chiaro e tondo che vuole rivisitare le forme contrattuale. Un bel regalo per i petrolieri che già possono contare su una filiera verticalmente integrata stabilendo dall’inizio alla fine il prezzo alla pompa e nelle varie fasi intermedie in cambio di nessun impegno a modernizzare, investire ecc…
Il tutto inserito in un provvedimento legislativo, il DDL concorrenza che dovrebbe essere varato entro fine mese.
Inoltre si delineano in modo preoccupante cambiamenti costituzionali – come all’ art 41- che rischiano di far saltare tutti i meccanismi di programmazione politica, economica, ambientale e sociale minando ulteriormente- tra gli altri- anche la distribuzione carburanti.
Nell’editoriale Landi denuncia che emerge un quadro preoccupante al quale occorre opporre iniziative di forte contrasto. E’ ora di far ripartire l’iniziativa unitaria dei gestori.