Se si vuole diffondere maggiormente l’uso di della moneta elettronica, gli stimoli fiscali sono senz’altro più utili delle sanzioni, soprattutto se coinvolgono anche le imprese che accettano pagamenti con carte di credito e bancomat, ancor di più nel caso di quelle imprese che operano in mercati con una struttura rigida dei prezzi, quali sono i gestori carburanti.
Questo il parere di Faib Confesercenti già espresso nel corso dell’incontro della settimana scorsa con il Vice Ministro On. Casero dal Presidente Landi sulle ipotesi allo studio da parte del Governo sulla moneta elettronica, annunciate oggi dal Vice Ministro all’Economia Luigi Casero.
Un maggiore uso di carte di credito e bancomat sarebbe senz’altro un bene per tutti, anche per gli imprenditori, perché diminuirebbe i rischi ed i costi connessi alla gestione del contante. Occorre però stare attenti ai possibili effetti collaterali per le PMI. Per questo apprezziamo anche la previsione di norme ad hoc per quelle attività – come i benzinai, ma anche i tabaccai – per cui i costi della moneta elettronica arrivano ad assorbire quasi la metà dei margini.
E’ perciò positivo il commento alle dichiarazioni dell’On. Casero quando annuncia che “Il Governo sta valutando degli “stimoli” e dei “vantaggi fiscali” da garantire a chi paga con le carte di credito per diffondere il più possibile i pagamenti elettronici”. Faib condivide l’affermazione che “Quello dell’obbligo dei Pos è però un problema particolarmente sentito da alcune Categorie di commercianti perché spesso i costi possono mangiarsi gran parte dei margini. Dobbiamo far sì che i costi non siano stravolgenti dei ricavi”.
L’On. Casero ha rilasciato la dichiarazione facendo chiaramente l’esempio di benzinai e tabaccai, dove si arriva anche al 30-40% del margine lordo. Il Vice Ministro ha concluso che il Governo deve “valutare delle norme specifiche per alcune Categorie”.
Per il Presidente Landi si tratta di “un intervento che va nella giusta direzione, già preannunciato nel corso della riunione avuta con i gestori, che si inserisce su una strada già percorsa con successo da altri Paesi. Sarebbe un azione politica vincente, che mitiga l’impatto economico dell’obbligo di accettazione della moneta elettronica sugli imprenditori, favorisce la sicurezza sugli impianti di distribuzione carburanti e contrasta l’illegalità legata al traffico di contrabbando di gasolio e benzina, che costa allo stato qualche miliardo di euro di mancato incasso da accise ed IVA. Già questo potrebbe costituire una copertura alla manovra per prevedere un abbattimento dei costi, unitamente ad altre azioni allo studio”.