La recente sentenza della corte di giustizia europea in materia di commissioni interbancarie ha nuovamente messo in evidenza la delicatezza della questione della moneta elettronica e delle implicazioni legate al suo uso.
La sentenza ha anche confermato da una parte la dimensione del fenomeno e, dall’altra, gli insostenibili costi che gravano sulla collettività.
Queste considerazioni trovano maggior riscontro nel settore della distribuzione carburanti, caratterizzato da alti volumi e bassissimi margini degli esercenti.
Come noto, la Corte europea di giustizia ha ribadito che le commissioni interbancarie applicate da Mastercard ogni volta che si utilizza una sua carta di pagamento, il cui costo ricade sui rivenditori al dettaglio, non sono legittime e quindi devono essere eliminate.
La Corte, confermando una sentenza già emessa nel maggio scorso, chiude così una lunga battaglia legale tra le Istituzioni europee e la stessa Mastercard, dando piena valenza ad una decisione della Commissione UE del 2007 che aveva dichiarato le "commissioni interbancarie multilaterali" contrarie al diritto della concorrenza.
Per la Corte, le commissioni interbancarie, il cui costo ricade sui venditori al dettaglio, determinano per i consumatori prezzi maggiorati per le merci o i servizi acquistati e realizzano un peggioramento della concorrenza e devono essere eliminate.
Verrebbe da dire che ancora una volta l’Europa è lontana per l’Italia se si considera l’immobilismo del Governo Renzi e l’inconsistenza dell’azione del Ministro dello Sviluppo Economico sull’argomento.
La sentenza ha dato nuovo vigore alle proteste tra i gestori che come gli altri esercenti sono stati obbligati all’accettazione di pagamenti superiori a 30 euro con carte di pagamento.
Il tema è particolarmente sentito visto che sulla rete l’erogato è per quasi il 40% transato con moneta elettronica. Se poi a questo si aggiunge che il margine del gestore è variabile dall’1 al 2% del prezzo finale pagato dal consumatore, a seconda delle modalità di vendita, mentre i costi di gestione per le transazioni elettroniche oscillano dallo 0.5% all’1%, il quadro è completo e giustifica l’esasperazione che serpeggia sulla rete.
Mentre l’Europa interviene a tutti i livelli, in Italia il Governo latita, nonostante sia continuamente sollecitato dalle nostre Organizzazioni e persino dal Parlamento. A fronte di costi complessivi più alti del 50% rispetto alla media europea, di forti risparmi – intorno ai 5 miliardi di euro – provenienti dal taglio ai costi di gestione del contante (acquisizione, contazione, custodia, trasporto…), di maggiori attività legate al conferimento in esclusiva di una massa imponente di danaro – intorno ai 50 miliardi -, il sistema bancario e delle Società di gestione delle carte continuano a lamentare senza vergogna alti costi.
Con grande rammarico registriamo, a parte l’impegno di alcuni Parlamentari che hanno presentato interrogazioni ed emendamenti sull’argomento, l’assoluta assenza del Governo, che anzi appare complice del sistema bancario nel far pagare sempre ai più deboli le inefficienze di un sistema che registra uno Stacco Italia esattamente doppio rispetto al resto d’Europa, senza considerare che in certi Paesi questo servizio viene offerto gratuitamente
In questa situazione si moltiplicano sul territorio richieste di iniziative di protesta e manifestazioni contro il sistema dei pagamenti elettronici e i suoi protagonisti
Dal nostro punto di vista è assolutamente prioritario assicurare un abbattimento dei costi fissi del terminale POS e delle transazioni effettuate presso impianti di distribuzione di carburante, prevedendo un pricing fisso differenziato per le transazioni effettuate sulla distribuzione carburanti (ricordiamo che l’Europa prevede l’armonizzazione delle commissioni allo 0,2% per le carte di debito e allo 0,3% per le carte di credito).
Della questione se ne occuperà la prossima riunione di giunta Faib del 2 ottobre p.v., nell’ambito della quale saranno discusse alcune proposte in via di condivisione con le altre sigle associative, assumendo che questa decisione della Corte Europea conferma la necessità di richiedere un serio impegno a livello istituzionale per determinare condizioni di maggiore concorrenza e trasparenza nel settore delle carte di pagamento, legando la maggiore diffusione e l’obbligatorietà dell’accettazione dei pagamenti elettronici all’ineludibile riduzione dei costi.
Allo studio delle tre Associazioni iniziative di protesta in tutt’Italia e l’attivazione di procedure di ricorso alle Autorità europee.