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Martedì 23 ottobre l’assemblea organizzativa Faib. Il futuro della rete e la riorganizzazione federale al centro dell’iniziativa. Attesa per la posizione del nuovo Governo

 

Si svolgerà martedì 23 ottobre a Roma presso il palazzo Confesercenti, in via Nazionale, l’assemblea organizzativa della Faib che avrà il futuro della rete e la riorganizzazione federale al centro dell’iniziativa. Attesa per l’intervento del Governo rappresentato dal Viceministro dello Sviluppo economico Galli al primo confronto con la categoria.

Il programma dei lavori prevede una seduta pubblica al mattino, con inizio  alle ore 10.00, con  il saluto ai partecipanti e ai delegati del Presidente Faib Martino Landi; alle 10.30 Intervento di apertura della Presidente della Confesercenti nazionale, Patrizia De Luise e, a seguire, alle 10.45 il confronto a più voci sul tema “La distribuzione carburanti di fronte ai nuovi scenari energetici”, tavola rotonda moderata da  Romina Maurizi, direttore di Quotidiano Energia con interventi di Martino Landi, Presidente Faib, Marina Barbanti, Direttore Up, Andrea Rossetti, Presidente di Assopetroli, Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori, On. Dario Galli, Viceministro dello Sviluppo Economico.

Al termine della tavola rotonda, ci sarà una cerimonia di premiazione dei gestori Faib e un ricordo dell’Ing. Angelo Battisti, già direttore della Faib nazionale.

Nel primo pomeriggio, in seduta riservata ai delegati, si svolgerà il dibattito sul documento politico programmatico ed organizzativo e gli adempimenti statutari per l’aggiornamento della Presidenza nazionale in seguito alle nuove nomine in sede territoriale di nuovi Presidenti e Direttori. La manifestazione sarà conclusa dal Presidente Martino Landi.

Non si può non sottolineare che l’Assemblea organizzativa cade in un momento di  forti criticità per il settore.

La mancata ristrutturazione della rete, dovuta agli enormi ritardi della riforma varata solo nel 2017, con almeno due decenni di ritardo, ha segnato la caratterizzazione del sistema distributivo petrolifero italiano. Il sottodimensionamento degli erogati rispetto alla media europea, la polverizzazione della rete e i conseguenti aumenti dei costi legati alla logistica hanno dato luogo a due fenomeni contrapposti ma correlati: da una parte la frammentazione dei marchi operanti e la destrutturazione della rete e dall’altra l’abbandono del mercato della distribuzione petrolifera da parte di alcune grandi petrolifere come la Shell, la Total, la Erg e la Esso. Quest’ultima ha preferito lasciare la fase finale della commercializzazione affidandola a grossisti che rivendono in autonomia il prodotto a marchio.

Abbiamo così assistito alla destrutturazione della rete in cui permangono solo pochi grandi operatori come Eni, Italiana Petroli, che ha inglobato il gruppo TotalErg, Q8 e la Tamoil, il cui operato sul mercato interno appare sempre più problematico e border line.

A fronte di questo quadro cresce una presenza di operatori locali con poche decine di impianti, con le eccezioni di alcune esperienze andatesi consolidando nel corso degli anni come Retitalia e, di recente, come il gruppo Eurogarages, subentrato nella gestione di circa 1.200 impianti Esso, di fatti il 5° operatore nazionale. Ci sono poi gruppi di distribuzione di carattere regionale o interregionale che stentano a darsi una dimensione adeguata al mercato

A cornice di questo quadro cresce l’allarme illegalità su tutta la rete, investendo tutti i passaggi nodali della filiera. Dall’arrivo sulla rete  di distribuzione di prodotti di provenienza opaca, fatta di triangolazioni nell’area mediterranea e dei Balcani, con conseguente elusione degli obblighi fiscali alla crescente criminalità che trova sulla rete carburanti motivi di attrazione crescente dovuta alla massa monetaria circolante, in assenza di politiche pubbliche apprezzabili per la diffusione di moneta elettronica. Infine, c’è da sottolineare la sistematica violazione del quadro legislativo esistente in materia di affidamento degli impianti che si realizza con il proliferare di una contrattazione tanto di fantasia quanto illegale nell’indifferenza delle istituzioni e degli organi di vigilanza, pur avvertititi da puntuali denunce.

Non è difficile in tutto questo immaginare che il sistema, in assenza di un intervento deciso dei principali attori della filiera, lato mercato e lato istituzionale, è destinato ad implodere lasciando sul campo un paese impoverito, senza servizi adeguati alla mobilità moderna, vulnerabile dal punto di vista della sicurezza energetica.

Il contesto delineato chiamato a confrontarsi con uno scenario in movimento verso le nuove energie e le nuove motorizzazioni rischia la marginalizzazione.

Come affrontare le nuove sfide è il tema della tavola rotonda a cui sono chiamati a dare risposte operatori petroliferi integrati e indipendenti gestori e consumatori e soprattutto il nuovo Governo, che potrà indicare quali soluzioni propone rispetto ai problemi riassunti.