Così come annunciato nelle settimane scorse, alla vigilia della pausa estiva, Faib Confesercenti e Figisc Confcommercio stanno preparando la protesta contro Eni con le ultime Assemblee Provinciali dei Comitati di Colore per giungere alla chiusura degli impianti il 9 settembre.
Gli impianti rimarranno chiusi dalle ore 19.00 (normale orario di chiusura serale) del giorno 8 settembre, alle ore 7.00 (normale orario di apertura antimeridiana) del giorno 10 settembre 2014 sulla rete ordinaria (notturni e self service pre pagamento compresi).
La decisione è scaturita dopo che i gruppi dirigenti di Faib e Figisc, con i rispettivi Comitati di Colore, avevano svolto un’approfondita discussione sullo stato della vertenza tra i gestori e la Compagnia.
I gruppi dirigenti della Liguria giudicano la situazione estremamente critica, una realtà che diventa “ogni giorno più insostenibile, a cui occorre opporre una forte mobilitazione della Categoria, a cominciare dai territori, perché è evidente che Eni non ha alcuna voglia di rinnovare l’accordo”.
Faib e Figisc Liguria denunciano il tentativo dell’Eni di scaricare i problemi della rete sui gestori, dopo aver sostenuto per anni strategie contraddittorie, con un’evidente incapacità di programmare la propria presenza sul mercato nazionale, bruciando un primato e la propria immagine.
Lo sciopero contesta il modello ghost, che si presenta come la negazione del modello Eni Station e il tentativo di espellere i gestori dalla rete a favore di "Gestioni innovative", la società di impianti ghost costituita dagli stessi agenti Eni; denuncia la politica portata avanti dall’Azienda sui cluster e sulla discriminazione dei prezzi che scarica i costi sui gestori, depredando il margine dei gestori riconosciuto nel Contratto Nazionale.
L’azione di protesta è stata indetta per contrastare il comportamento della Società assunto nei reiterati incontri volti a rinegoziare l’accordo aziendale come previsto dal quadro legislativo vigente (D.Lgs 32/98, L. 57/2001, L.27/2012) per la definizione degli aspetti economici e normativi. I gestori con l’azione intrapresa intendono denunciare, da una parte, il continuo e pretestuoso mutamento di obiettivi e strategie messo in opera da Eni, al solo fine di attuare una strategia dilatoria ed inconcludente per vanificare gli sforzi negoziali, e, dall’altra, il tentativo di perpetuare l’attuale quadro di difficoltà dei gestori che ormai operano con un accordo scaduto da quasi 3 anni, con grave ed irreversibile pregiudizio per la Categoria, fiaccata ed impoverita dalle improduttive politiche commerciali della Compagnia.
L’irragionevole rifiuto di Eni di comprendere le condizioni economiche e normative dei propri gestori, accedendo ad intese che pure le nostre Federazioni avevano proposto, sulla scorta di un profondo senso di responsabilità e nell’ottica di un onorevole e dignitoso "Accordo di Solidarietà" tra Azienda e gestori, è alla base della non più procrastinabile e legittima protesta.
I gestori Eni della Liguria richiamano l’attenzione del Ministero, perché riconvochi nuovamente la Compagnia e la obblighi a concludere, e della stessa Azienda, segnalando lo stato di insostenibile sofferenza economica delle gestioni.
Al centro della protesta oltre al mancato rinnovo dell’accordo, le attuali condizioni economiche, la riaffermazione del ruolo del gestore e la redditività delle gestioni, l’intangibilità del margine, la necessità di garantire condizioni eque e non discriminatorie, la contestazione di cluster incredibili nelle stesse aree, la cattiva assistenza e l’assenza di manutenzione sulla rete, i ritardi nei pagamenti dovuti al gestore, la gestione delle carte e dei punti fedeltà, la questione giacenza e cali.