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L'estate ha riproposto il drammatico tema della violenza sugli impianti. Necessari interventi per tutelare una categoria esposta al rischio della criminalità. Il Questore e il Prefetto di Roma: pronte misure straordinarie

Gli episodi di violenza sugli impianti di distribuzione carburanti, che hanno funestato anche questo 2011, culminati nell’uccisione di Mario Cuomo lo scorso 9 agosto ha riproposto la drammaticità della questione della sicurezza sugli impianti di distribuzione.
Sull’argomento la Faib, la federazione dei benzinai della Confesercenti, è intervenuta, come coordinamento unitario dei gestori di Faib e Fegica, con una denuncia circostanziata al Ministro Maroni, al Prefetto e al Questore di Roma. Sul tema della sicurezza la Federazione era già intervenuta numerose volte con denunce e note ai Ministri competenti per richiedere il varo di un pacchetto sicurezza che serva a contenere il fenomeno delle violenze ai danni dei gestori.
La vicenda di Mario Cuomo, che ha fatto sempre il suo lavoro con impegno e dignità, come del resto tutta la categoria, ha scosso le coscienze e rilanciato l’urgenza di intervenire con una serie di misure non più differibili.
Partendo dalla denuncia di Faib a nome del coordinamento unitario Faib- Fegica, e di Confcommercio, il Questore di Roma dr. Francesco Tagliente ha convocato d’urgenza un tavolo tecnico per la sicurezza degli impianti di distribuzione carburanti con le Associazioni di settore e tutti i responsabili provinciali delle forze dell’ordine.
Nel corso dell’incontro il Questore ha illustrato lo stato della sicurezza nella capitale evidenziando alcune criticità e i risultati conseguiti nella lotta e nel contrasto alla criminalità. Il Questore, prendendo spunto dall’omicidio di Mario Cuomo, ha rimarcato l’estrema esposizione di alcune categorie al rischio di atti criminosi e si è detto pronto alla più ampia collaborazione per contrastare e prevenire fatti di violenza finalizzati al furto e alla rapina sulle aree di servizio. In questo senso ha illustrato un piano d’azione con un sistema di teleallarme collegato alla centrale operativa della questura funzionante 24 ore su 24. Si tratta di un sistema complesso incentrato sulla partecipazioni delle associazioni di categoria, di informazione e prevenzione, di valutazione delle aree di rischio, di condivisione. Ma semplice da attivare tramite una chiamata prememorizzata da parte degli operatori. Il Questore Tagliente infine ha illustrato l’operatività del sistema all’interno della sala operativa della questura, sottolineando l’importanza della collaborazione delle associazioni di categoria nell’approntare il nuovo sistema di sicurezza per i benzinai. Si tratta di una prima risposta, concrete ed operativa, cui faranno seguito una serie di iniziativa tese a favorire misure di contenimento e contrasto. All’incontro in Questura ha fatto seguito una riunione in Prefettura con il Prefetto di Roma, dr.Giuseppe Pecoraro che ha condiviso le misure intraprese e assicurato una forte azione di impulso e coordinamento per varare misure di prevenzione, calendarizzando un nuovo incontro per i primi di settembre con tutti gli attori della filiera.
Ai due incontri ha partecipato per la Faib, a nome del coordinamento unitario Faib Fegica, il direttore Gaetano Pergamo che ha sottolineato come l’associazione ha già denunciato, in numerose occasioni (in convegni, audizioni parlamentari, fiere, tavole rotonde,incontri ministeriali), gli episodi di violenza che si verificano sui distributori carburanti. Episodi multipli e continui. Dalla microcriminalità agli atti vandalici, dalle minacce a fini di estorsione ai furti, sino alle rapine e agli assassinii. Atti efferati. Spesso rimasti impuniti. Atti che tengono una categoria di lavoratori perennemente in stato di pericolo.
La Faib- ha continuato il Direttore- ha denunciato nuovamente uno stato di malessere che riguarda tutti i gestori carburanti in Italia -circa 24.500 operatori, 1500 a Roma e provincia- che nella loro carriera, nella quasi totalità, hanno subito episodi di violenza. Faib ha calcolato, e reso pubblico- sulla scorta delle denunce rilevate dalla categoria, annualmente, oltre 2 mila episodi malavitosi, a livello nazionale. E’ appurato che i distributori di carburanti sono il bersaglio preferito della delinquenza organizzata, della micro-criminalità, di tutti gli sbandati, nell’impossibilità delle forze dell’ordine di garantire la sicurezza.
L’attività di vendita carburanti, in questo senso, si caratterizza come una vera esposizione al pericolo, che aumenta in determinate circostanze, come quelle che si realizzano sugli impianti lungo le grandi arterie e sulla viabilità veloce, o nei punti isolati e nelle aree disagiate. Come nel caso del collega Mario Cuomo.
Sugli impianti di Roma e provincia, annualmente, i gestori carburanti raccolgono materialmente circa 4 miliardi di euro l’anno, tra accise e iva e costo del prodotto: un boccone troppo appetibile per la delinquenza. Soprattutto di questi tempi.
Il Direttore ha quindi sottolineato che il Governo non può sottrarsi oltre all’obbligo di tutelare i propri cittadini che svolgono con dedizione il proprio lavoro, espletando peraltro il ruolo di sostituti d’imposta, incassando in nome e per conto dello Stato, a livello nazionale, quasi 40 miliardi di euro, una risorsa infinitamente grande per il bilancio statale, a cui la categoria concorre a proprio rischio e pericolo.
La questione sicurezza- ha ricordato Pergamo- è al centro della discussione già da tempo e rientra a pieno titolo negli impegni sottoscritti dall’allora Ministro dello Sviluppo Economico, On. Claudio Scajola, il 20 giugno 2008 nel Protocollo d’Intesa siglato con le Associazioni di categoria al punto 4, laddove impegna le parti- in primis il Ministero- alla “ricerca delle misure tese ad assicurare una maggiore sicurezza delle imprese e delle persone fisiche impegnate nella prestazione della propria opera nel comparto, attualmente soggette ad altissimo rischio rispetto alla stessa incolumità personale.” L’impegno sottoscritto dall’ex Ministro Scajola continuava così recitando:”A questo proposito, sarà dedicato particolare attenzione alla individuazione di interventi mirati alla sempre maggiore diffusione dei mezzi di pagamento elettronici (carte di credito, pagobancomat), anche attraverso la compressione degli alti costi cui sono ancora soggetti, per il loro utilizzo, gestori e consumatori.”
La Federazione- in seguito- presentò, nel corso dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico il 3 marzo 2010, nell’ambito della discussione per la riforma del settore della distribuzione carburanti, un “pacchetto” formale finalizzato a “garantire sicurezza” sugli impianti come proposta irrinunciabile alla discussione e punto di riferimento per gli interventi cantierabili.
Da allora abbiamo contato 3 morti e circa 5 mila episodi di violenze varie su tutto il territorio nazionale, senza risultati concreti.
Da ultimo- ha concluso Pergamo- lo scorso 10 agosto, abbiamo segnalato la drammaticità della situazione sicurezza sugli impianti al Ministro dell’Interno Maroni, al Prefetto e al Questore di Roma. La pronta risposta del Questore, e la disponibilità del Prefetto di Roma, sono per la categoria un importante attestato di attenzione e di impegno che apprezziamo perché non si può morire per strada, lasciati soli ed inermi, colpiti dai malviventi. E’ inammissibile che il gestore sia chiamato a difendere, disarmato e solo, i soldi dello Stato e delle compagnie, oltre ai suoi pochi centesimi pro litro. E’ intollerabile che oltre al danno della rapina- con tutte le conseguenze del caso- segua la beffa di dover rimettere il maltolto a Stato e petrolieri.
Occorre fare presto:da troppo tempo chiediamo misure che vanno rese obbligatorie. Innanzitutto che si abbattano i costi delle ca
rte di credito per ridurre il danaro, sostituendolo con pagamenti effettuati attraverso i borsellini elettronici; che le gestioni siano obbligatoriamente assicurate a tutela dell’incasso che per il 97% sono destinati a compagnie petrolifere e Stato: sono loro a dover garantire la copertura assicurativa; che vi siano sistemi di custodia e prelevamento dei contanti con caveaux blindati e temporizzati, telecamere. Ben venga, dunque, il collegamenti in tele allarme con le forze dell’ordine.
Il Questore ha condiviso la necessità di ridurre il contante circolante sulle aree di servizio ed oltre alle misure illustrate ha garantito un proprio specifico impegno su questo versante.