La Giunta Nazionale Faib riunitasi mercoledì 22 maggio u.s. a Roma ha discusso della ripresa dell’attività politica e parlamentare, della razionalizzazione della rete, delle relazioni industriali e dei rapporti con le Compagnie petrolifere. La Giunta ha anche approvato la proposta di organizzazione di una giornata di studio sul futuro della rete. La Giunta, infine, ha dato mandato al Presidente e al Direttore di individuare una proposta di composizione dei gruppi di lavoro per la preparazione dell’Assemblea Elettiva Faib da tenersi in autunno.
La Giunta ha approvato un comunicato che denuncia la grave crisi di settore. Il comunicato, che riportiamo per intero, afferma che:
“Continua la crisi dei consumi di carburanti. Il 2013 non porta la sperata ripresa, e nei primi mesi dell’anno i gestori registrano un calo di vendite medio fino al 20% rispetto al biennio precedente. Una situazione critica che, unita all’aumento dei costi, nello stesso periodo ha comportato un vero e proprio crollo (fino al -50%) dei margini dei gestori che in diverse aree del Paese non riescono a rifornirsi per mancanza di liquidità e avvertono: “Con l’arrivo dell’aumento IVA e della Tares a rischio la tenuta della rete di distributori”.
È quanto emerge dal sondaggio condotto da Faib Confesercenti – la più grande Associazione di gestori – in occasione della Giunta Nazionale tra i suoi Associati di tutta Italia.
“L’aumento della componente fiscale del prezzo dei carburanti, unita alla crisi generale di consumi, sta letteralmente soffocando i consumi”, spiega il Presidente Nazionale di Faib, Martino Landi. “Nemmeno i ponti primaverili sono riusciti a invertire la tendenza: alcuni gestori riportano un calo di vendite anche del 40%, e sono tanti, troppi, i nostri Associati che hanno visto dimezzare i propri margini. E la crisi, come suggeriscono i dati ufficiali, si è già estesa anche al gettito fiscale derivante dalla vendita dei carburanti: nonostante l’aumento delle accise, i primi due mesi del 2013 hanno visto una diminuzione degli incassi dell’erario di 138 milioni di euro”.
“In uno scenario di questo tipo – conclude Landi – la doppia batosta fiscale all’orizzonte, con l’aumento dell’aliquota IVA al 22% e l’arrivo della Tares, rischia di far deflagrare la situazione, portando da un lato ad un ulteriore avvitamento dei consumi, e dall’altro comportando un aumento dei costi. Il risultato potrebbe essere disastroso, causando la chiusura di molti gestori. Dobbiamo assolutamente normalizzare la situazione; per questo chiediamo con forza al Governo di bloccare l’aumento dell’IVA e di riportare il prelievo nella media europea: a forza di tasse stiamo mettendo a rischio la tenuta della nostra economia e della stessa rete di distribuzione carburanti in Italia. Bisogna evitare un processo di espulsione affidato alla logica di mercato e provvedere ad una rapida ristrutturazione della rete basata sulla chiusura governata e assistita di almeno 8 mila pv considerati gli impianti incompatibili e quelli non a norma con la tutela ambientale”.
La Giunta ha poi affrontato le questioni di politica sindacale. Gli intervenuti hanno sottolineato che i gestori sono chiamati a competere, senza alcuna possibilità di incidere, in un mercato segnato dalle conseguenze di una politica miope dominata dalle Compagnie petrolifere; una politica che nega ai gestori qualsiasi spazio di autonomia imprenditoriale tra acquisti in esclusiva e prezzi consigliati, con l’invasione delle Compagnie finanche nelle attività non oil, gravate da affitti non in linea con il mercato e da vincoli commerciali impropri.
Il dibattito ha evidenziato il grave atteggiamento dilatorio delle Compagnie che non rinnovano gli accordi economici – tutti scaduti – e cercano pretesti per sottrarsi all’obbligo di Legge del confronto negoziale. Anzi è stata denunciata la costante e metodica discesa delle singole Compagnie al rapporto diretto con i singoli gestori, per imporre politiche commerciali che invadono l’autonomia delle gestioni e complicano l’attività economica con l’imposizione di margini differenziati e attività di vera e propria finanziarizzazione delle ricongiunzioni acquistato/venduto a scapito dei benzinai. In questo contesto, i partecipanti al dibattito hanno rimarcato che la parte politica e il Governo non hanno saputo o voluto raccogliere il richiamo al rispetto delle regole, lasciando che le Compagnie operassero fuori dal dettato legislativo, senza attivare convintamente le procedure di conciliazione e di mediazione.
La Giunta ha rilanciato la necessità di procedere ad una riformulazione del confronto sindacale, dopo la formazione del nuovo Governo. Se da un lato non può essere ammissibile l’atteggiamento delle Compagnie, che in presenza di contratti scaduti, continuano a rimandare il confronto sindacale, dall’altra occorre insistere perché questi elementi siano al centro del confronto negoziale, senza scivolare, da un punto di vista generale, verso piani di conflittualità che attengono ad altre sfere.
La Giunta ha ribadito che, come già per il passato, “se questa esigenza di riavviare costruttivamente i negoziati non fosse condivisa con atti concreti, saremmo pronti ad intraprendere altre strade – sul piano politico – con azioni mirate Compagnia per Compagnia e verso coloro che non intendono rispettare gli accordi”, mantenendo comunque separati i livelli di conflittualità, in quanto si ritiene che il “Tavolo negoziale sia il luogo principale del confronto per rimuovere le questioni aperte della categoria”. Altro aspetto è quello che riguarda i singoli casi, verso i quali da tempo è attivo un team di affiancamento e accompagnamento al contenzioso, appositamente formato su una casistica di “conflittualità ricorrente”. Su questo punto il Presidente ha riferito di un ulteriore rafforzamento dell’Ufficio Legale Faib, con importanti innesti di specifiche professionalità in grado di supportare sia il gruppo dirigente federale che i singoli gestori impegnati in difficili vertenze. Sempre su questo fronte, il Presidente ha riferito d’aver dato mandato ai legali, insieme a Fegica e Figisc, di promuovere ricorso al Tar contro il MISE per il Decreto Ministeriale Prezzi, per vizi di forma e per la forzatura sostanziale operata dall’Amministrazione, nella disciplina della indicazione dei prezzi a favore di una modalità non omogenea sulla rete, provocando, dunque, condizioni di disparità concorrenziale.
L’esigenza prioritaria per Faib è riaprire i Tavoli di confronto con le Compagnie e il Tavolo ministeriale. Si annota con preoccupazione che ad oggi ancora non è chiaro chi tra i soggetti politici alla guida del MISE avrà la delega all’energia e alla rete carburanti. A quel tavolo va riaffermata – partendo dal protocollo De Vincenti – l’esigenza di riaprire la partita della razionalizzazione della rete che oggi non è più sostenibile, essendosi organizzata sulle esigenze di altri tempi. L’Italia non può più permettersi una rete vendita di 25 mila impianti. I drammi umani ed imprenditoriali che stiamo vivendo in diretta lo testimoniano e ci obbligano ad intervenire, chiudendo definitivamente – in assenza di un piano di filiera – gli impianti definiti incompatibili e quelli non in linea con la normativa sulla tutela ambientale da una parte e quelli senza servizi alle persone, soprattutto diversamente abili.
Ma bisogna anche riportare ordine nelle gestioni dei punti vendita. Non si può stare – in tanti casi – dietro a tre margini pro litro, per ogni prodotto, per singole fasce orarie, con ricongiunzioni dilatate dai tempi dell
a speculazione finanziaria che sta contagiando la rete tra carte pre-pagate, carte fedeltà, carte aziendali, carte di credito, bancomat… Ciò è necessario a tutela della sostenibilità dei bilanci economici dei gestori. Bisogna ripensare al margine unico, almeno nella modalità self. La Faib riafferma il diritto di difendere il lavoro e la centralità del gestore, respingendo la ghostizzazione – come peraltro fatto già in alcune Regioni – rigettando politiche finalizzate all’emarginazione del gestore sul punto vendita con proposte commerciali che minano la credibilità dell’operatore, messo in concorrenza con le macchinette.
In questo senso la Giunta ha approvato un pacchetto di iniziative, da proporre alle altre sigle sindacali, confermando :
1) la disdetta di tutti gli accordi di colore con tutte le Compagnie per la parte del prezzo massimo fino alla definizione di nuovi accordi.
2) L’azzeramento di tutti gli sconti che prevedono la partecipazione del gestore a contribuire con il proprio margine, riaffermando il principio dell’intangibilità del margine.
3) Il rifiuto a sottoscrivere qualsiasi accordo che preveda di intaccare il margine dei gestori con partecipazione a promozioni, sconti, azioni di marketing e altro.
In questo senso la Giunta ha rilanciato la necessità di svolgere riunioni territoriali di categoria e di colore, coinvolgendo il maggior numero di gestori possibile, rimarcando l’urgenza di regolare il settore legislativamente su base regionale, laddove non è stato ancora fatto, essendo questa una delle priorità assolute.
Infine la Giunta ha deliberato l’organizzazione di una giornata di studio sulla rete carburanti del futuro con la partecipazione dei responsabili di tutte le Compagnie, di osservatori del settore, di operatori professionali. La giornata è finalizzata a delineare i tratti della direzione di marcia del comparto, guardando all’Europa, per capire dove va il settore e come si posiziona il ruolo del gestore. Un contributo che si auspica utile a guardare alla rete di domani che dovrà contare sempre di più sulla capacità di gestione e professionalità multidisciplinare degli operatori della rete vendita.Un percorso non ideologico che apre il dibattito dell’Assemblea Elettiva di Faib in ottobre.
Infine la Giunta ha affidato al Presidente e al Direttore il compito di definire la composizione dei gruppi di lavoro che saranno approvati dagli organismi.