Nella mattinata di mercoledì 20 luglio, su invito dell’Assessore alle Attività Produttive della Regione Liguria, si è tenuto un incontro con le Associazioni dei gestori rappresentati da Faib Confesercenti (nelle persone di Datteri, Turatti e Orengo) e della Figisc, per esaminare e affrontare le problematiche sollevate con l’introduzione e l’approvazione dell’Art. 28 nella Legge Finanziaria 2011 nella giornata di venerdì 15.
L’Assessore Guccinelli nell’introdurre la discussione ha espresso la sua perplessità e le sue preoccupazioni su una serie di Articoli della Legge che fanno riferimento al suo Assessorato perché stravolgono le impostazioni date dalla Regione Liguria per disciplinare e organizzare materie importanti come quella relativa alla rete distributiva dei carburanti, affermando che da una parte si ledono le prerogative delle Regioni sulla materia e dall’altro si distrugge un lavoro unitario che aveva prodotto risultati condivisi tra le parti con impostazioni avanzate nel delineare un modello di impianto carburanti policommerciale con al centro la figura positiva del gestore.
A seguire la Dott.ssa Milia, dirigente dell’Assessorato, ha illustrato tecnicamente i cambiamenti costrittivi dell’Articolo 28, che impatta violentemente con la normativa regionale su temi delicati come gli impianti Ghost (senza la figura del gestore), sull’erogazione dei carburanti tramite il Pre Pay e in termini di orari, nonché sulla titolarità del gestore per le attività commerciali non oil che ora possono essere gestite da soggetti terzi.
Il Presidente Regionale Datteri nel suo intervento accalorato ha ribadito le posizioni della Faib di forti critiche al Governo ed ai suoi Ministri economici che da una parte firmano accordi e verbali con le Associazioni Sindacali di categoria sulla riforma della rete distributiva carburanti, delineando il ruolo del gestore come figura di riferimento per tutte le attività commerciali sul punto vendita. E dopo pochi mesi, in maniera unilaterale, ne stravolgono i contenuti e inseriscono un testo all’interno della Legge Finanziaria che capovolge quanto concordato. “ Oggi con l’Art. 28 inserito, e non si sa bene con quale logica vista la non incidenza economica dell’argomento, nella finanziaria si imposta e si delinea una futura rete distributiva palesemente favorevole alle compagnie petrolifere e a tutto danno della figura del gestore che sarà progressivamente emarginato nel ruolo e soprattutto nella sua stessa sopravvivenza economica, che causerà come primo contraccolpo una riduzione occupazionale degli attuali dipendenti e poi alla cessazione di molti impianti minori”. Il Governo, con l’Art. 28 in Finanziaria, ha compiuto una operazione politica che regala ai petrolieri la gestione diretta degli impianti, riduce il ruolo dei gestori e dei suoi Rappresentanti Sindacali, e toglie potestà istituzionale alle Regioni sottraendogli il ruolo Costituzionale di legiferare in materia, e nello stesso tempo crea nuova disoccupazione. Come dire: anche nel nostro comparto viene applicata la linea di tagli all’esistente e di aumento delle tasse – come le accise – senza delineare una politica di investimenti e sviluppo che indichi al Paese una via di ripresa.
Si spara ad alzo zero su una categoria che resiste agli inviti di allineamenti supini al potere assoluto “ad personam” di chi governa nell’interesse di pochi amici, senza minimamente preoccuparsi del futuro del Paese e dei suoi cittadini. Un esecutivo che negli ultimi due anni ha negato la crisi in un’Italia felice e ben governata, per finire con quest’ultima manovra di lacrime e sangue, necessaria per salvare il Paese dal baratro. Si brancola nel buio senza una strategia economica credibile, assestando colpi maldestri anche a categorie economiche vitali per il Paese.
Di fronte a questo scempio politico ed economico che colpisce direttamente anche le gestioni degli impianti carburanti, occorre prendere atto, TUTTI, che siamo all’ultima spiaggia e che ora occorre reagire unitariamente per sopravvivere. Non è più il tempo della divisione e della difesa di piccoli interessi più o meno personali. Ora la categoria deve ritrovare una sua unità e una compattezza, e soprattutto riuscire a costruire alleanze esterne con cittadini, consumatori e Istituzioni, per trovare energie e forze importanti per combattere questa lotta ed avere qualche “chance” di sopravvivenza economica, per restare sul campo come soggetti produttivi ed imprenditoriali nel quadro più generale di una rinascita del Paese.