In questi giorni si stanno recapitando ai gestori degli impianti di distribuzione carburanti le lettere della società Setefi (Gruppo Banca Intesa) con cui si comunica che il costo di gestione delle operazioni fatte tramite POS viene modificato verso l’alto.
Verrebbe da dire tombola!!!
Abituati da sempre a continui soprusi da parte delle Compagnie petrolifere questo ulteriore aggravio è insostenibile e per Faib Liguria oltre a palesare profili di esercizio di posizione dominante si è passato il limite della decenza e dell’impunità sotto un duplice aspetto:
1. Economico: perché gli aumenti richiesti arrivano a 200% (ad esempio un impianto che eroga 4 milioni di litri passa dai 3000,00 euro del 2011 ai 9000,00 euro del nuovo canone) creando grandi difficoltà di bilancio alle gestioni;
2. Politico: perché si sono fatte, giustamente, campagne intense a favore dei pagamenti con la moneta elettronica in quanto elemento disincentivante di atti criminosi e di rapine degli incassi nelle aree di servizio.
Ma da un fatto positivo si fa derivare l’ennesimo abuso.
Così vanno le cose in questo nostro povero Paese che sta precipitando nel baratro più profondo. Anche le operazioni di cambiamento che potrebbero essere positive, come l’introduzione dei POS, vengono utilizzate, da parte dei poteri forti, come strumento per lucrare e colpire i soggetti più deboli e le parti produttive della nostra economia.
In questo Paese, dove un Governo tecnico che dovrebbe essere garante ed equidistante nelle sue decisioni per risanare l’economia e tassare secondo le ricchezze, assistiamo a decisioni che non si discostano dal recente passato in cui la forza si mostrava verso i deboli e la debolezza verso i forti.
Così è stato dall’esordio di un anno fa quando il Governo Monti con il Decreto “salva Italia”, colpì i pensionati e i pensionandi e si guardò bene dall’introdurre una patrimoniale, anche minima, che recuperasse qualche euro anche dai grandi patrimoni. E la linea di tendenza è proseguita nel corso dell’anno: crescendo di tagli allo stato sociale ( ai NON autosufficienti, ai malati di SLA, all’assistenza agli anziani), alla scuola, alla ricerca,alla cultura, alla Sanità.
Nello stesso tempo non si sono prese misure a favore della piccola industria, del commercio e del turismo. Si sono favoriti i grandi monopoli, compresi quelli di Stato, le banche e le rendite finanziarie in maniera diretta o indiretta con i tanti silenzi sulle iniziative vessatorie intraprese. Per quanto riguarda il settore carburanti le liberalizzazioni promesse si sono tradotte in un cedimento verso i “poteri forti ” delle Compagnie petrolifere e delle banche per quanto riguarda i POS.
In questo quadro si colloca l’ennesimo silenzio governativo, nonostante una Legge dello Stato e le richieste delle Associazioni di categoria, sull’iniziativa intrapresa da Setefi verso i gestori carburanti.
Verso questo settore è inerte il Governo; defilato il sistema petrolifero; silente l’Antitrust, che non sembra interessata a capire che livello di concorrenza c’è nel settore del circuito dei pagamenti elettronici, quali sono le quote degli operatori, che struttura di mercato vi opera, quali barriere vi sono; sembrerebbe che non si deve “disturbare” il silenzio del santuario della finanza e come in chiesa stanno tutti zitti, mentre il sacerdote illustra il sacro dogma.
La Faib Confesercenti Ligure ed i gestori associati prendono atto della situazione di difficoltà in cui sono stati messi e risponderanno con le due armi a disposizione: disdettare i Pos e ritornare alla moneta cartacea con tutte le conseguenze del caso e/o aumentare i prezzi di vendita dei carburanti.
La risposta dei gestori non potrà che essere forte e decisa attraverso una serie di iniziative a carattere locale e nazionale. La Faib Regionale quindi aderisce, mobilitandosi con impegno, alla Manifestazione del prossimo 21 novembre a Roma e condivide totalmente la decisione della proclamazione di 2 giornate di sciopero nazionale indetto unitariamente da Faib, Fegica e Figisc.