La Faib al convegno di Ecopneus “Oggi e domani: le sinergie per lo sviluppo di un’economia del riciclo dei pneumatici fuori uso” a Ecomondo, alla Fiera di Rimini.
Il Presidente Landi: “Rivedere i parametri per il ritiro dei PFU, troppo ingombranti per le piccole attività.
Abstract intervento Martino Landi convegno Ecopneus Ecomondo
Convegno Ecopneus
Rimini, Fiera di Ecomondo
10 Novembre 2011, ore 15.00, Sala Neri 1
Verso un’industria del PFU
Oggi e domani: le sinergie per lo sviluppo di un’economia del riciclo dei pneumatici fuori uso
Gli operatori della distribuzione carburanti sono attori essenziali della filiera della mobilità italiana.
Non a caso la Faib ha come mission – riportato sul sito web federale – “Facciamo muovere gli italiani, diamo carburante all’Italia”.
Una mobilità concentrata su gomma, secondo diverse stime per oltre l’80%, fa dei gestori carburanti operatori di primo piano per il presidio territoriale, per il servizio all’auto e all’automobilista, per l’assistenza e l’efficienza dei veicoli lungo le tratte stradali e autostradali, sia per il trasporto privato che delle merci.
Un ruolo cruciale garantito da 25 mila stazioni di servizio, 464 impianti autostradali, 140 mila addetti che erogano 30,5 miliardi di prodotto venduto (benzina e gasolio) ai 47,9 milioni di veicoli circolanti di cui 32,4 milioni di autovetture per un erogato medio di 1 milione e 200 mila litri.
Praticamente un servizio di rifornimento e assistenza che è il più diffuso d’Europa, radicato e ramificato sul territorio che vede 1 impianto ogni 13,2 kmq e ogni 2.618 abitanti. Un servizio vicino all’automobilista e alla sua automobile.
Come categoria dei gestori della distribuzione carburanti siamo direttamente interessati alla gestione e all’efficienza dell’auto e perciò al servizio di assistenza gomme. Siamo soggetti attivi nelle politiche della sicurezza del viaggio, nell’assistenza e nel servizio veicolare.
Un servizio che in termini di qualità e efficienza non ha pari in Europa. Rientra in questa attività che prestiamo quotidianamente alla clientela il recupero dei pneumatici fuori uso.
Stimiamo che in tutta la rete della distribuzione carburanti ci siano oltre 2000 punti vendita di gestori che lavorano e vendono pneumatici e che salutano positivamente il consorzio per il recupero dei pneumatici fuori uso, forti dell’esperienza ormai trentennale già sperimentata, sebbene in un altro segmento, nel recupero degli oli esausti con l’apposito consorzio che gestisce il recupero e il riciclo di quel rifiuto altamente inquinante e dannoso per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Organizzare il recupero dei pneumatici fuori uso, di questi materiali ingombranti, produce due effetti positivi: da un lato si elimina il rischio di far nascere discariche abusive altamente pericolose ed inquinanti, con tempi di decomposizione della materia prima pressoché biblici e, dall’altro lato, si producono, dalle lavorazioni di recupero, prodotti di alta qualità e valore commerciale elevato per dar vita a nuovi prodotti di consumo con un indubbio beneficio ambientale e un risparmio energetico di nuove produzioni notevole.
Ampio appare il riutilizzo della materia prima che si presta ad essere reimpiegata in diversi settori, dal riutilizzo e dal rivestimento pneumatici favorendo il risparmio energetico a cui va aggiunto il risparmio di circa 63 mila tonnellate di materie prime, all’utilizzo energetico in sostituzione dei combustibili tradizionali agli impieghi in edilizia e nelle infrastrutture viarie e civili.
Siamo parte di quella filiera della mobilità che è consapevole che, nell’era del consumismo necessitato, deve concorrere alla responsabilizzazione dei cittadini consumatori, alla cultura della raccolta differenziata dei rifiuti prodotti per consentire non solo un risparmio nello smaltimento, ma per creare nuova ricchezza e soprattutto per riutilizzare i loro componenti per produrre nuovi articoli per un risparmio energetico notevole, una gestione ambientale virtuosa, uno sviluppo sostenibile.
A maggior ragione i rifiuti prodotti nel settore industriale hanno bisogno di un trattamento particolare e come soggetti addetti alla vendita dei pneumatici siamo molto interessati alla partecipazione del ciclo dei PFU. A questo proposito è necessario rivedere i criteri quantitativi per attivare i meccanismi di recupero, in considerazione del fatto che le attività di gestione dei PFU sono in genere piccole e medie imprese con spazi ridotti.