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IP, Faib Fegica e Figisc segnalano storture anomalie e confusione nell’applicazione dell’Accordo del dicembre 2020.

 

Faib Fegica e Figisc con una nota unitaria sono intervenute per segnalare anomalie storture e confusione sulla rete in ordine all’applicazione dell’Accordo siglato a dicembre scorso dopo una lunga e tormentata trattativa. 

Nella nota le tre Federazioni hanno “evidenziato che, ad oggi, nessun Gestore di impianti di proprietà di terzi – anche tra quelli a cui fattura direttamente IP – ha ottenuto l’adeguamento del margine al valore unico. Tale situazione… è in palese contrasto con quanto convenuto nell’ Accordo in oggetto, e, in primis, con quanto convenuto nelle premesse: “omissis un nuovo “Accordo” collettivo aziendale che, [omissis] disciplini i rapporti economico-normativi tra l’Azienda e i Gestori di punti vendita di proprietà di Italiana Petroli ed i gestori della rete a marcio IP ai quali Italiana Petroli fattura direttamente [omissis]”.  

La nota prosegue osservando che “Pur considerando che l’Accordo è stato sottoscritto a Dicembre 2020 e la sua applicazione è stata avviata il 1 Febbraio 2021, risulta alle scrivente che codesta Azienda ancora non abbia avviato alcun contatto con questo segmento di rete, lasciando che gli stessi retisti procedessero in “ordine sparso”; alcuni applicano l’Accordo in maniera soggettiva; altri non lo applicano; altri ancora inviano alla IP la documentazione per la fatturazione con i nuovi margini ma l’Azienda continua ad emettere documenti contabili con la valorizzazione del margine ante 1 Febbraio 2021.” Per Faib Fegica e Figisc queste sono “Storture alle quali deve essere messo riparo!” 

I Presidenti delle Associazioni “hanno rilevato, nel territorio, un’altra “anomalia applicativa dell’Accordo, con riferimento ai prezzi “consigliati”. A partire dalla fine del 2020, infatti, i prezzi consigliati da IP per la rivendita al pubblico hanno registrato un costante aumento: aumento significativamente superiore a quello che si è registrato nel mercato”. Proprio in previsione di future “tensioni” sui prezzi, su sollecitazione delle scriventi, è stata condivisa ed inserita una declaratoria della quale stiamo, ripetutamente, chiedendo applicazione “in ogni caso le Parti chiariscono che, con riferimento ai Gestori a cui si applica il presente accordo, verranno adottate misure idonee a monitorare e minimizzare situazioni di differenziazione dei prezzi raccomandati di vendita al pubblico self-service e servito, in relazione a singoli impianti appartenenti alla stessa area di mercato”. 

Una previsione al momento rimasta lettera morta. 

In questo senso Faib Fegica e Figisc proseguono “A sostenere l’evidenza dell’andamento anomalo, (dei prezzi) le scriventi hanno presentato all’Azienda realtà che dimostrano come i prezzi degli impianti presi in esame (più di duemila) siano penalizzanti e fuori mercato tanto nei confronti di altri impianti sempre a marchio IP, a volte gestiti direttamente oppure da società partecipate al 100% sia nei confronti di altri competitor, che incidono nello stesso “bacino di utenza”. Per Faib Fegica e Figisc “Tali situazioni di effettiva criticità, quindi, rischiano di far precipitare il Gestore nel sistema di “penalizzazione” previsto dall’Accordo ovvero di impedirgli il raggiungimento di obiettivi premianti. 

Alla luce di quanto sinteticamente esposto -prosegue la nota- le Federazioni firmatarie dell’Accordo più volte richiamato, chiedono un immediato intervento al fine di sanare le anomalie sopra descritte”  

Il tutto mentre continuano a giungere alle sedi sindacali proteste per il mancato riconoscimento dei cali degli anni scorsi, situazioni di poca chiarezza nelle rendicontazioni e finanche contestazioni delle giacenze/eccedenze senza alcun riscontro formale generando una situazione di complessiva criticità nelle relazioni e disaffezione al marchio. 

A distanza di settimane la nota sindacale rimane senza riscontro a fronte di rassicurazioni verbali senza alcun seguito. Una situazione che diventa ogni giorno più difficile a cui l’Azienda deve dare risposte in tempi stretti evitando proteste generalizzate sulla rete, iniziative politiche e sindacali che saranno valutate in tutte le possibili declinazioni.