A un anno dall’elezione, il presidente dell’associazione dei lavaggisti traccia un bilancio delle attività, conferma alcuni punti fermi di interesse della categoria e ribadisce l’importanza della formazione non imperniata solo sulla didattica ma sul confronto e lo scambio di esperienze. L’Oscar dell’autolavaggista elemento di qualificazione della professione
Circa un anno fa, durante l’edizione romana di Oil&nonoil, lei ha assunto ufficialmente la carica di presidente di Assolavaggisti-Confesercenti. Qual è il bilancio?
Dar vita a una associazione oggi, durante una lunga crisi economica e finanziaria e poi quando è messa in discussione la rappresentanza in senso generale, istituzionale e associativo in tutto il paese, non è uno scherzo. Le difficoltà sono evidenti a tutti. Ciononostante abbiamo scelto di sfidare le avversità perché gli operatori del lavaggio abbiano finalmente una propria associazione di rappresentanza dei loro interessi specifici e professionali. Dunque non un anno facile, denso di difficoltà organizzative, ma altrettanto stimolante e a tratti positivo. Non demordiamo, anzi costruiamo, mattone su mattone, Assolavaggisti.
Se posso direi che associarsi oggi significa essere informati e assistiti quando serve; associarsi per essere al passo con le norme; associarsi per rivendicare i nostri diritti, per essere al passo con il mercato e formati.
Abbiamo fatto passi in questa direzione organizzando aree tecniche di assistenza sul territorio e questo anche grazie alla rete Confesercenti.
Abbiamo redatto alcune importanti convenzioni per agevolare le attività nel loro lavoro quotidiano e altro ancora abbiamo in cantiere. La stessa partecipazione a Oil&nonoil 2016 ne è la testimonianza.
Quanto state contribuendo a dare visibilità ai professionisti del lavaggio e alle questioni che chiedono siano risolte?
Abbiamo svolto un’attività di sensibilizzazione delle amministrazioni locali su aspetti normativi e autorizzativi con lo scopo di uniformare le procedure per dare certezze agli operatori che investono: imprenditori sani che adottano procedure e strumentazioni a norma, in grado di ridurre l’impatto ambientale ed evitare, così, il proliferare di attività autorizzate con diverse procedure e senza adeguati controlli preventivi. Un’attività che ha dato i suoi primi frutti in alcune regioni del paese.
Uniformare le procedure di rilascio di un’autorizzazione unica ambientale, semplificando aspetti esclusivamente burocratici, digitalizzando gli iter, sarebbe un obbiettivo qualificante per tutta la categoria e tutelerebbe chi in questo settore ha investito. Questa è una priorità per Assolavaggisti Confesercenti…Continua a leggere l’intervista cliccando qui
Fonte: “www.oilnonoil.it”