Si è svolto nel pomeriggio di ieri l’incontro tra Eni e le Associazioni dei gestori.
L’incontro ha fatto il punto sullo stato del negoziato ed ha registrato un cambio di approccio al Tavolo da parte della Compagnia. Accantonate le pregiudiziali avanzate negli ultimi incontri, su tematiche che obiettivamente erano estranee alla materia negoziale, la Compagnia ha presentato una nuova proposta che recepisce alcuni dei punti fermi ed irrinunciabili proposti dalla Faib.
La Società petrolifera a controllo pubblico ha mostrato maggiore attenzione ed un approccio più sensibile alle questioni portate al Tavolo nei mesi scorsi da Faib e da tutta la rappresentanza associativa.
Durante tutta la fase negoziale, con coerenza, abbiamo posto le questioni: della priorità degli aspetti economico-gestionali, della radicale rivisitazione della politica della Compagnia nella distribuzione carburanti, la centralità del gestore e la valorizzazione delle attività non oil, la professionalizzazione della rete, l’equilibrio nelle politiche di pricing, una marcata sensibilità al divario rete extra rete, l’intangibilità del margine, la coerenza e il pieno rispetto del dispositivo legislativo che impone condizioni eque e non discriminatorie.
Rispetto ad alcuni di questi temi la delegazione Faib ha riscontrato una maggiore apertura da parte della delegazione Eni al Tavolo.
L’incontro ricordiamo che fa seguito a proteste, prese di posizioni e iniziative di mobilitazione, manifestazioni, sospensione dei servizi fidelity e scioperi promossi in diverse realtà territoriali.
Un cambio di approccio lo avevamo già rilevato nella comunicazione stessa della convocazione del Tavolo negoziale, quando, per la prima volta da un anno e mezzo a questa parte, l’Azienda aveva parlato apertamente di incontro per il rinnovo dell’Accordo, superando il contorto linguaggio che accompagnava una stagione tattica che l’aveva condotta in un vicolo cieco, senza sponda istituzionale né imprenditoriale.
Per Faib valgono le riflessioni già più volte rappresentate ai vertici aziendali: i gestori hanno perso redditività; hanno dovuto subire maggiori costi di gestione e di oneri commerciali; hanno perso erogati. A questo bisogna rispondere con un Accordo che sappia fornire elementi utili a risanare i bilanci.
Senza ripetere analisi già ampiamente illustrate, anche su questo sito, sulle ragioni delle attuali difficoltà, Faib ha riaffermato la necessità di dover ripartire dall’esigenza di una semplificazione dell’offerta al consumatore e di dare risposta alla sofferenza economica delle gestioni, di riportare risorse sulla rete a marchio, evitando il perdurare di pratiche antieconomiche nella gestione delle politiche commerciali, caricando sulla Compagnia i costi diretti ed indiretti di imprese che sono parte integrante della concorrenza.
Per Faib, che ha apprezzato – salvo ripensamenti – la nuova proposta Eni, non c’è nessuna chiusura sulle politiche commerciali, nessun tabù, ma i parametri economici e normativi in discussione debbono concorrere a migliorare i conti delle gestioni rispetto alle condizioni date, né possono prevedere deroghe al rispetto, sulla rete a marchio, di condizioni eque e non discriminatorie, né sarebbe tollerabile il perpetuarsi del saccheggio del margine del gestore.
Ripetiamo che è necessario, per far ripartire in modo corretto il confronto, operare per il margine garantito e una maggiore autonomia imprenditoriale del gestore, soprattutto sui servizi, sia oil che non oil, andando a scelte di politica industriale condivise.
Rispetto a questi ragionamenti, oggi si colgono significative aperture.
L’auspicio è che l’Azienda sia in grado di confermare quanto avanzato al Tavolo nella consapevolezza delle enormi difficoltà dei gestori e che occorre fare presto perché il tempo delle chiacchiere si è esaurito da tempo e gli effetti in termini di chiusure ed abbandoni sono ogni giorno più allarmanti.
Del resto l’Accordo con Esso sulla rete ordinaria, fortemente voluto da Faib, ha prodotto risultati importanti sul panorama associativo e imprenditoriale; lo stesso livello istituzionale ha compreso l’irragionevole chiusura della Compagnia pubblica ad ogni ipotesi di Accordo.
Ad oggi, dunque, qualcosa sembrerebbe essersi mosso nella direzione giusta anche in casa Eni, ma poiché abbiamo assistito negli ultimi periodi a troppi cambi di fronte, nel pieno rispetto dell’autonomia delle scelte compiute a livello locale, rimangono le iniziative di proteste e di mobilitazione programmate.