Il Governo italiano ha inviato all’UE, dopo lunghe mediazioni, le soluzioni adottate per superare la crisi. E’ una lettera articolata su diversi punti tesa a dimostrare che “Quest’estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee. Dal 2012, grazie all’aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà”.
Il documento del governo italiano indica diversi punti sui quali l’esecutivo è intervenuto. Tra questi anche la distribuzione carburanti.
Ma su questo punto la lettera lascia spazi a dubbi e perplessità perché da un lato dice che “i provvedimenti presi in tema di apertura dei mercati in chiave concorrenziale sono disposizioni contenute nella bozza di disegno di legge sulla concorrenza (che) riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e (…)” per poi dopo qualche riga dire “ Le misure concernenti i mercati della distribuzione carburanti sono state integralmente inserite nel Decreto Legge n.98/2011 e pertanto sono già in vigore. Si è preferito adottare uno strumento legislativo quale il decreto che garantisce l’immediata efficacia degli interventi. nel medesimo decreto legge sono state inserite anche altre disposizioni di apertura dei mercati e liberalizzazioni… ”
Quindi da un lato si fa riferimento ad una proposta di provvedimento presente nel Disegno di legge sulla concorrenza e dall’altro si fa riferimento all’art. 28 della legge 111/2011 di conversione del citato DL 98/2011.
Come tutti sanno, le due soluzioni prospettate sono diverse e delineano strutture di mercato differenziate, sebbene insufficienti ad incidere sulla reale conformazione del mercato dei carburanti in Italia.
A prescindere dagli altri punti indicati della lettera all’UE, e sui quali ci auguriamo che il governo sia stato meno incerto, la nota governativa lascia spazi ancora a soluzioni nella disponibilità della maggioranza di governo.
Come è noto le associazioni dei gestori, e molti atri soggetti economici e sociali, hanno chiaramente bocciato l’art 28 del DL 98/2011 perché blocca il processo di liberalizzazioni e scarica sui soggetti più deboli della filiera le contraddizioni di un sistema oligopolistico incentrato su 7 compagnie verticalmente integrate che determinano le politiche e i prezzi in tutte le fasi del processo produttivo-distributivo. Contro quell’articolo le associazione dei gestori hanno persino fatto uno sciopero generale, perché indica soluzioni inadeguate e tutt’altro che liberalizzatici, che peggiorano le condizioni per gestori ed automobilisti. La norma indicata appesantisce le condizioni contrattuali e nega la modernizzazione sulle attività collaterali confermando monopoli ed esclusive e favorisce i poteri forti del settore con interventi ad hoc. Una riforma senza disegni di sviluppo, senza alcun effetto sulla struttura portante e sui prezzi praticati, come dimostrano gli ultimi dati dell’inflazione e le immancabili polemiche sul caro benzina.
Altra cosa è invece la norma inserita dal governo nell’art 48- misteriosamente stralciata- del decreto legge sviluppo che prevede(va) una vera liberalizzazione e una vera riforma che rilancerebbe la distribuzione carburanti, qualificherebbe la funzione e il ruolo dei gestori come veri imprenditori, calmierebbe il mercato superando il balletto tra platt’s e brent, realizzando lo sviluppo del non oil e diminuendo lo stress sui prezzi dei prodotti petroliferi, superando il vincolo d’esclusiva, dando luogo alla costituzione di un acquirente unico finalizzato a calmierare il mercato e introducendo nuova concorrenza tra i vari soggetti ai diversi livelli della filiera.
Ma il governo naviga a vista…