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Il DDL sulla razionalizzazione della rete in Consiglio dei Ministri. Le osservazioni dei gestori. Intanto chiudono centinaia di impianti da gennaio ad oggi, sotto il peso di un conto economico fallimentare

Nell’arco di un biennio dovranno essere smantellati qualcosa come 5.000 distributori carburanti tra inefficienti e incompatibili. Il tutto per azzerare lo stacco Italia e ammodernare la rete vendita.
Il Governo, dunque, ha accelerato sulla presentazione del provvedimento sul quale è tuttora aperto il Tavolo al Ministero.
La bozza del piano per la razionalizzazione della rete carburanti, consegnata martedì scorso dal MISE agli operatori, sembrerebbe dunque confermare l’obiettivo delineato fin dalle prime indiscrezioni.
Il documento del Ministero supera poi l’obbligo di carburanti alternativi delineando una sorta di nuovo provvedimento che potrebbe essere emanato a proposito di requisiti standard per la nuova rete.
Sul provvedimento Faib, Fegica e Figisc, chiedono, innanzitutto, che i gestori che perdono il proprio punto vendita perché trasformato in automat, abbiano diritto al bonus erogato dal Fondo indennizzi in maniera retroattiva dal gennaio 2012. Poi i gestori chiedono che il provvedimento sia finalizzato alla razionalizzazione.
I Sindacati spingono poi per la reintroduzione nel piano di ristrutturazione della possibilità per gli impianti di vendere i tabacchi. Infine per i gestori è necessario chiarire meglio che sulle nuove tipologie contrattuali, accanto alla contrattazione di primo livello da fare a livello associativo, deve essere maggiormente specificata nel dettaglio l’obbligatorietà normativa di una di secondo livello negoziale (compagnia per compagnia).
Le tre Federazioni dei gestori in riferimento al provvedimento hanno fatto presente al MISE che, in considerazione dell’estrema complessità e difficoltà a procedere celermente alla condivisione delle linee guida per la ristrutturazione, obiettivo perseguito vanamente negli ultimi 3 lustri, è necessario focalizzare il provvedimento e circoscriverlo alla razionalizzazione della rete e ai nuovi criteri portanti della rete distributiva carburanti che si vuole in Italia nel prossimo futuro, sia in termini di standard qualitativi che di efficentamento energetico.
Nella nota le tre Associazioni hanno rimarcato che “Il punto essenziale dell’intervento è quello di garantire una reale diminuzione degli impianti e non la sostituzione di impianti che si chiudono con impianti che si aprono indiscriminatamente e fuori da linee standard di qualità/servizio.”
Per Faib, Fegica e Figisc la razionalizzazione della rete ha un senso se si interviene in modo strutturale, delineandone, in coerenza con le politiche implementate nella strategia energetica nazionale, linee di sviluppo in senso moderno, di servizi ai cittadini e alla viabilità, e sostenibili oltre che ecocompatibili. Le Federazioni dei gestori ritengono, pertanto, che altre soluzioni si presterebbero a soluzioni pasticciate e ad una nuova proliferazione dei punti vendita, vanificando sia gli sforzi del Tavolo che degli operatori chiamati a chiudere, bruciando centinaia di milioni di euro.
Per Faib, Fegica e Figisc il risultato sarebbe una doppia sconfitta per il nostro paese: quella di essere condannati ad avere la rete distributiva più pletorica d’Europa e quella di rassegnarci al negativo stacco prezzi. I gestori sottolineano che non bisogna sciupare questa occasione che può riallineare la rete italiana, conservando le sue peculiarità di servizi ed efficienza, a quella europea, innescando un meccanismo virtuoso di investimenti e adeguamento della struttura distributiva interna, con ricadute significative sia in termini occupazionali che di efficienza complessiva.
In questo senso hanno evidenziato, nella convinzione che la ristrutturazione della rete costituisca una priorità indilazionabile e proprio con la finalità di evitare che norme macchinose e di difficile ed ambigua/arbitraria applicazione possano mettere in discussione gli ambiziosi obiettivi che lo schema si propone, la necessità di una semplificazione complessiva delle disposizioni contenute in materia di incompatibilità con ciò conferendo certezza alle situazioni che sono state regolarizzate e focalizzando l’attenzione sulle incompatibilità effettive.
Faib, Fegica e Figisc hanno richiamato l’attenzione del MISE sulla necessità di prevedere la possibilità di allargare i benefici del fondo indennizzo anche a quei gestori i cui impianti sono stati trasformati laddove consentiti in ghost, per dare una risposta ad una problematica sociale rilevante, che condanna i gestori alla fuoriuscita dal settore senza alcun ammortizzatore sociale. Per le Associazioni dei gestori l’impatto sociale conseguente deve essere affrontato con il medesimo meccanismo del fondo.
Intanto la crisi di mercato che attanaglia il settore carburanti sta portando alla chiusura di centinaia e centinaia di punti vendita, sotto il peso di un conto economico fallimentare, accelerando in modo brusco il processo guidato di razionalizzazione della rete.
Ecco perché bisogna intervenire in fretta per dare delle linee guida alla fuoriuscita dal settore, altrimenti si rischia di lasciare centinaia di operatori senza la copertura di ammortizzatori sociali.
Nella nota si fa riferimento all’esigenza di delineare una rete veramente in linea con i migliori standard europei e, dunque, di prevedere l’insieme delle attività non oil in grado di disegnare la rete carburanti del futuro, capace di proporsi ai consumatori come un autentico punto di attrazione commerciale operante nella logica degli esercizi di vicinato, con un offerta completa di tutte le tipologie merceologiche, dal food ai tabacchi alla somministrazione.
Mentre lascia preoccupati il superamento della previsione del terzo prodotto operato dal MISE. Tale misura si è sempre presentata come elemento caratterizzante e qualificato della nuova impostazione eco-compatibile che si vuole conferire alla rete carburanti moderna. Il suo superamento suona da un lato come rinuncia a programmare il futuro e dall’altro come sconfessione all’attività legislativa regionale. L’auspicio è che le Regioni facciano valere le proprie prerogative legislative e che esso possa essere ricompreso tra gli elementi qualificanti della standardizzazione di qualità che si vuole conferire alla rete italiana dei prossimi anni, efficiente, moderna, multifunzionale ed eco-compatibile.