Con una nota ufficiale il Coordinamento unitario Faib Fegica è intervenuto sulla complessa questione della gestione delle aree di servizio sulle autostrade.
La nota, inviata ai Ministri Matteoli e Romani, agli Assessori Regionali al Commercio, alle società concessionarie Autostradali e all’ispettorato vigilanza dell’Anas, fa riferimento alla normativa contenuta nel DL 26/10/1970 convertito, con modificazioni, con la Legge 148/12/1970 n° 1034 e D. Lgs. 112/98 art. 105e richiama “l’attenzione su alcune situazioni anomale che discendono dall’atipicità dei rapporti che si sono venuti ad instaurare dopo che l’esercizio della rete autostradale è stato trasferito a soggetti privati attraverso un “affidamento in “Concessione”.
Nella nota Faib e Fegica evidenziano le contraddizioni di un sistema macchinoso, costoso, poco trasparente, che genera concorrenza sleale, costi impropri a carico dei gestori e degli automobilisti e sollecitano una riflessione a tutto campo, soprattutto in considerazione della crisi dell’attuale sistema che vede l’erosione degli erogati e la perdita di competitività del segmento tra peggioramento delle condizioni imposte dai concessionari e trasferimento dei maggior oneri attuato dalle petrolifere che stringono il gestore autostradale in una soffocante triangolazione.
In questo senso dopo aver sottolineato che ”la titolarità a stipulare contratti di affidamento temporaneo del servizio di distribuzione di carburanti e lubrificanti può essere imputata solo ed esclusivamente alle stesse neoconcessionarie” richiamano l’attenzione degli Assessori Regionali sul fatto che “una puntuale applicazione della norma, ad avviso delle scriventi, dovrebbe prevedere che le singole Regioni rilascino le concessioni alle società che hanno la temporanea titolarità dell’esercizio della tratta autostradale, completa di disciplinare di “concessione”; che la società concessionaria (e proprietaria delle attrezzature) stipuli un contratto novennale – ai sensi delle disposizioni legislative – con il Gestore per la conduzione dell’area di servizio; che la medesima concessionaria scelga il soggetto “petrolifero” cui spetta il compito di garantire l’approvvigionamento dell’impianto nell’ottica del mantenimento del “pubblico servizio” oggetto della concessione.
La nota sollecita, dunque, un’azione di chiarificazione “anche al fine di affrontare all’interno di un quadro di certezze le nuove “gare”… avendo definito a monte quali devono/possono essere i limiti da porre… per contenere le gravosissime royalty corrisposte alle società concessionarie” e garantire una corretta concorrenza sulla rete.