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Giunta Faib, accelerare rinnovi accordi e iniziative contro sistema bancario. Chiudere gli impianti incompatibili. Norma sui ghost: schiaffo al settore e al Governo italiano

La Giunta Nazionale Faib riunitasi a Roma per discutere dell’aggiornamento del quadro delle relazioni industriali su rete ordinaria e autostradale, ha svolto un’analisi dell’applicazione dell’accordo Esso, messo a punto nuove iniziative sulla moneta elettronica, assunto decisioni in materia di ristrutturazione e razionalizzazione della rete, sulla viabilità ordinaria e autostradale, e deciso quali azioni intraprendere verso il Governo.
Il confronto è partito dalla relazione del Presidente Landi che ha posto particolare importanza all’aggiornamento analitico e puntuale dello stato delle trattative portate avanti dai vari Comitati di Colore. Landi si è soffermato sul negoziato aperto con quelle Compagnie petrolifere con le quali è stato possibile riaprire il dialogo mirato al rinnovo degli accordi economico normativi.
Su questi temi il Presidente Landi entrando nel dettaglio delle trattative in corso ha espresso un moderato ottimismo, auspicando di poter presto chiudere due importanti accordi con Eni e Total-Erg,Tavoli ai quali si stanno registrando significativi cambi di rotta e strategie che vanno nella direzione di una maggiore valorizzazione del ruolo del gestore a garanzia del maggior servizio che i consumatori italiani chiedono, così come riconosciuto anche in Esso, Azienda con la quale è stato chiuso recentemente un accordo giudicato positivo, per i gestori e per tutto il comparto.
Con le due Aziende, seppure in situazioni molto diverse, si sono fatti importanti passi in avanti, che bisogna concretizzare prima che intervengano nuovi fattori che possano riallontanare le parti. Dal punto di vista di Faib, sussistono i presupposti per riaffermare la centralità della contrattazione come strumento di regolazione del settore e procedere celermente, sia perché questo è quello che chiedono i gestori sia perché le condizioni di mercato impongono una lettura del negoziato che sappia tradurre le esigenze delle gestioni. Le questioni primarie sono quelle di riportare sulla rete risorse, stabilizzare e garantire un quadro di riferimento nel breve medio periodo, lavorare alla semplificazione dell’offerta, definire l’intangibilità del margine.
Intorno a questi istituti è intenzione di Faib accelerare il confronto, come è stato fatto al Tavolo Esso. Con quest’ultima Compagnia è stata registrata l’esigenza di richiedere un incontro con l’Azienda per verificare la corretta applicazione del nuovo accordo a distanza di tre mesi dalla firma, oltre promuovere Tavoli tecnici per tutte le altre questioni aperte.
Il Presidente Faib ha duramente condannato l’atteggiamento di alcune petrolifere che si stanno sottraendo al confronto e/o stanno attuando tecniche dilatorie. Verso queste ultime ha illustrato delle iniziative da intraprendere per contrastare la loro azione volta, da un lato, a sottrarsi all’obbligo a negoziare il rinnovo degli accordi e, dall’altro, a violare il quadro normativo di riferimento in materia di trattamento economico e normativo. Il Presidente Faib ha dato mandato all’Ufficio Legale di studiare la predisposizione di un ricorso, da condividere con le altre Associazioni, per condotta antisindacale verso Tamoil, che si sottrae ad ogni obbligo normativo a negoziare ed alla quale è già stato recapitata la diffida stragiudiziale a firma dei Presidenti delle tre Associazioni, diffida che non ha avuto nessun riscontro. Verso questa Compagnia, i cui accordi sono scaduti da anni, saranno decise ulteriori azioni a livello individuale da parte dei gestori a marchio, con la diretta assistenza dell’Ufficio Legale Faib Nazionale e territoriale.
La Giunta ha anche espresso preoccupazione verso il comportamento assunto dalla Q8 dopo il via libera dell’Antitrust al processo di acquisizione di Shell, rinviando qualsiasi decisione a dopo l’incontro calendarizzato per il prossimo 8 ottobre.
Stesso discorso per Api-Ip che dopo vari solleciti continua a dilatare i tempi per dare risposte concrete ai propri gestori continuando ad operare fuori dal quadro normativo di riferimento.
Sulla moneta elettronica si è registrata una forte richiesta dei membri di Giunta a mettere in campo una iniziativa forte di protesta, a livello nazionale.
Gli intervenuti hanno nuovamente segnalato come la situazione diventi ogni giorno più insostenibile e che, dopo l’introduzione dell’obbligo di accettare i pagamenti con le carte di debito, le commissioni a favore del sistema bancario e dei circuiti di gestione delle carte sono lievitate in modo sproporzionato. Sulle iniziative da intraprendere è stato dato mandato al Presidente di condividere con Fegica e Figisc una forte protesta che coinvolga i cittadini e le Istituzioni, a partire dalle rappresentanze dei consumatori per arrivare ai Parlamentari che si sono resi disponibili, con interrogazioni ed emendamenti presentati, ad affrontare questa distorsione e ostacolo alla concorrenza che il sistema bancario italiano sta imponendo sia ai gestori che ai clienti che usufruiscono di questo strumento di pagamento. E’ stato deliberato di mettere allo studio un ricorso alla Commissione Europea, intanto per l’armonizzazione delle Commissioni così come definite a livello comunitario.
Sulle Autostrade il Presidente Lucchesi, ha fatto una panoramica delle relazioni industriali sottolineando una duplice difficoltà che discende dalla crisi attuale del modello autostrade: sul segmento si segnala un impressionante calo di erogati (perdite per oltre il 50% negli ultimi 10 anni, a cui non corrisponde un identico andamento del traffico e dei pedaggi) e una persistente conflittualità tra gestori, Compagnie e Concessionarie.
Su questo segmento è stato sottolineato che la mancanza di rinnovo degli accordi porterà ad ulteriori disagi con conseguente difficoltà ad assicurare sulle tratte il pubblico servizio di rifornimento, che invece è richiesto per Legge così come pure gli standard di servizio per qualificare la rete autostradale. Sul segmento occorre mettere le mani nella definizione del nuovo atto di indirizzo, facendo meno regali e restituendo più competitività agli operatori che garantiscono i servizi oil.
La Giunta ha esaminato anche la nuova formulazione e l’iter parlamentare che sta portando alla cosiddetta liberalizzazione dei ghost. Grossa preoccupazione è stata espressa dagli intervenuti sulla normativa che il Parlamento sta approvando in riferimento ai centri abitati dopo la paventata minaccia dell’Europa di aprire una procedura di infrazione. Su questo punto l’Ufficio Legislativo confederale ha fatto una disamina puntuale del testo in fase di approvazione, riscontrando una normativa confusa e contraddittoria, con un articolato che sembra prestarsi a diverse letture.
Dal punto di vista politico è qualificabile come uno schiaffo al Governo italiano, ancora una volta soccombente rispetto all’Europa ed incapace di far valere la propria autonoma sovranità ad autogovernarsi e determinare il proprio sviluppo in armonia con il proprio territorio e la propria storia. Non c’entra nulla la concorrenza, considerato che in Italia vi sono più impianti che in qualsiasi altro Paese europeo e non c’entrano nulla i presunti ostacoli, considerato che questo settore nonostante la crisi continua a vedere il nascere di nuovi impianti. La norma che si vuol far passare sarà un vero ed obiettivo ostacolo alla ristrutturazione e modernizzazione della rete, a favore del parassitismo che si annida nel settore e che mira a trasformare impianti incompatibili o anti economici in impianti ghost. Sull’argomento, centrale per il futuro della rete, sia per quanto riguarda il processo di ristrutturazione e razionalizzazione sia per l’innovazione dell’offerta, sarà promossa u
na ulteriore giornata di riflessione, da condividere con gli altri attori del settore, sia per quello che concerne i profili puramente giuridici sia per gli effetti dirompenti sul mercato. In questo senso la riunione di Giunta è terminata con l’invito forte a rilanciare, con tutta la filiera, il progetto di razionalizzazione della rete, incalzando il Governo ad intervenire, senza più rinvii, per decidere la chiusura degli impianti incompatibili.