La distribuzione carburanti oggi soffre una gravissima crisi. I consumi di benzina sulla rete sono in costante flessione. Il 2012 ha registrato un meno 10,6% rispetto al 2011. Negli ultimi 10 anni, in termini di litri si passa da 12 a 6 miliardi. Sono alcuni dei dati evidenziati oggi nel corso dell’Assemblea della Faib-Confesercenti che ha confermato alla guida dell’Organizzazione Martino Landi.
“Siamo di fronte a questioni complesse – ha sottolineato Landi – che richiamano l’esigenza di procedere ad una ristrutturazione verso un modello europeo. Occorre una rete più efficiente, meno polverizzata, occorre superare il differenziale rete extra-rete, valorizzare i brand petroliferi e superare le pratiche discriminatorie intra-brand. Dobbiamo consolidare i processi di ammodernamento e le nuove modalità self post pay”. Il Presidente di Faib si è poi soffermato sui rapporti con le Compagnie petrolifere: “L’industria petrolifera ha scaricato la crisi degli erogati sui gestori ed ha assunto una strategia di ‘messa in mora’ silente della contrattazione. E la grave situazione di ‘fermo contrattuale’ ha determinato un deterioramento delle relazioni industriali, proteste, agitazioni e scioperi sulla rete”.
“E’ cresciuto nel corso dell’ultimo triennio l’onere fiscale complessivo – ha detto ancora Landi – che ha pesato sul prezzo finale della benzina per il 58,7 % e per il 54,3 % per il gasolio, collocando il nostro Paese nelle posizioni di vertice della tassazione sui carburanti in Europa. Stiamo sperimentando, Legge dopo Legge, il fallimento del cosiddetto modello europeo”.
Marco Venturi nel suo intervento conclusivo ha affrontato i temi della crisi ed i problemi del settore sottolineando che “la lunga recessione e la politica fiscale hanno colpito duramente imprese e consumi. Il settore dei carburanti stesso è una prova di questo: in meno di tre anni ci sono stati cinque interventi di aumento delle accise. E forse non è finita. L’aumento del prelievo fiscale rende solo più costoso ed inefficiente il sistema Paese. Per tale motivo chiediamo una vera riforma fiscale. E bene ha fatto la Faib ad opporre un netto no ad ulteriori aumenti dei prezzi dei carburanti che rischiano di gravare non solo sui gestori ma sull’intero Paese. La Faib ha dimostrato del resto di essere pronta, come è nella sua tradizione, ad assunzioni chiare di responsabilità come dimostrano le proposte fatte con coraggio sulla ristrutturazione della rete. Ma ora tocca a Governo e Parlamento essere all’altezza della situazione perché la situazione è seria e non ci sono più alibi”.