Per i consumatori bisogna rimuovere le storture per avviare la ripresa
Mentre continua il calo degli erogati sulla rete di distribuzione carburanti, causando crisi aziendali e chiusure, alcuni studi dimostrano, dati alla mano, una volta di più, quanto da tempo denunciamo.
Il caro benzina (e gasolio) in Italia è il più alto d’Europa, a causa della fortissima incidenza della pressione fiscale che sta diventando talmente insostenibile da causare contrazioni allo stesso gettito per le casse dello Stato.
Uno studio di Federconsumatori ed Adusbef fa il confronto sui prezzi della benzina praticati nei cinque principali Paesi europei: 1,74 euro contro 1,49 in Francia, 1,55 in Germania, 1,40 in Spagna.1,61 in Gran Bretagna. L’incremento dei prezzi, rispetto al 2009, è salito del 56,5%, contro il 35,5 della Francia, il 35 della Germania, il 62,1 della Spagna e il 67,9 della Gran Bretagna. Questi ultimi due Paesi, sebbene abbiano avuto incrementi più alti, presentano prezzi alla pompa, come abbiamo appena visto, abbondantemente inferiori.
Sul gasolio a fronte dell’1,61 italiano registriamo un prezzo alla pompa di 1,29 in Francia, 1,36 in Germania, 1,31 in Spagna; solo la Gran Bretagna fa peggio con 1,67. Anche sul gasolio gli incrementi dei prezzi nel periodo 2009-2014, a fronte del 53,8 italiano, sono stati inferiori in Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna (29,4%, 25,6%, 50,3, 52,5).
Dalla ricerca emerge che il prezzo industriale della benzina in Italia è cresciuto meno che negli altri Paesi europei presi in esame (+91,6 contro il 99,3 della Francia, il 107,7 della Germania, il 104,9 della Spagna, il 145,7 della Gran Bretagna). Di contro gli aumenti di prezzo in Italia sono, ascrivibili alla pesante tassazione: 1,04 euro contro lo 0,86 in Francia, lo 0,90 Germania, lo 0,70 in Spagna e lo 0,99 in Gran Bretagna.
Anche sul gasolio le performance del fisco italiano sono da record. Gli aumenti registrati nel nostro Paese sono nel periodo esaminato del 52% contro l’11% della Francia, il 6,9% della Germania, il 38,7% della Spagna e il 38,4% della Gran Bretagna.
Lo studio prosegue mettendo a confronto, in funzione del reddito pro-capite, i prezzi con la capacità di spesa dei consumatori dei diversi Paesi esaminati con evidenti sperequazioni.
