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Faib Veneta: il protocollo di lavoro ministeriale ? insufficiente e demagogico

La FAIB-Confesercenti Veneta, riunitasi per analizzare le proposte di lavoro in materia di ristrutturazione della rete di distribuzione Carburanti, presentate dal Ministero dello Sviluppo Economico esprime un parere FORTEMENTE NEGATIVO in quanto tale documento non presenta nessuna proposta valida che possa dare una VERA SVOLTA al sistema sia in favore dei Consumatori che dei Gestori.
Entrando nel merito si ribadisce la mancata volontà da parte del Governo di proporre un programma SERIO alle parti interessate, infatti non è stato chiesto nessun impegno scritto e non è stato firmato nessun protocollo tra le parti GOVERNO/COMPAGNIE PETROLIFERE, bensì è stato solo consegnato un elenco di proposte.
Proposte manchevoli di una SERIA PROGRAMMAZIONE non supportate da impegni precisi da parte delle parti interessate: Governo/Società Petrolifere/Banche.
Di seguito elenchiamo le proposte con evidenziate le criticità della loro NON REALIZZABILITA’.

1) L’obiettivo di realizzare entro 12 mesi 14.000/15.000 nuove attrezzature di self-Service 24/ore è un obiettivo fittizio in quanto già esiste tale selfizzazione essendoci sugli attuali 24.000 impianti già il 60% di impianti selfizzati (14.400). In alcune zone d’Italia la selfizzazione è dell’80/90%, l’ulteriore eventuale potenziamento viene proposto su base di futuri piani d’investimento, senza precisare chi eventualmente dovrà finanziarli. 

2) Non si può pensare che a seguito della legge n. 133/2008, emanata dallo stesso Scajola, che liberalizzava il mercato Petrolifero Italiano per adeguarlo all’Europa, abrogando la parte del decreto 32/98 che prevedeva la chiusura di 7.000 impianti, si possa attualmente realizzare una RAZIONALIZZAZIONE della rete in modo volontario; questo è pura FOLLIA programmatoria.

3) Da ormai troppo tempo si parla dell’eliminazione dei vincoli per l’estensione delle attività “NON OIL” (Bar, alimentari, giornali, tabacchi ecc.) nei distributori di carburanti, tali prospettive hanno molte difficoltà di realizzazione sia sul piano burocratico che pratico-gestionale. Per il gestore infatti sono scelte che in certi casi sono antieconomiche in quanto il tessuto commerciale in molte zone è già ampiamente servito. Inoltre persistono blocchi non solo dai Monopoli di Stato ma anche da regolamenti Regionali e dagli Enti locali che NESSUNO intende affrontare e superare.

4) Per quanto riguarda il problema dell’estensione degli orari di apertura come previsto dalla citata legge 133/08, sarebbe opportuno chiarire una volte per tutte che l’ampliamento dell’orario non può in maniera ASSOLUTA portare ad una RIDUZIONE del prezzo, bensì può provocarne un AUMENTO, dal momento che diventerebbe un onere a carico del gestore.
 
5) Il problema della variazione del prezzo non prima di SETTE GIORNI, avente l’obiettivo di un maggior controllo, non porterà sicuramente nessun beneficio all’utenza in quanto fissato il prezzo che in questo caso diventerà MASSIMO, nei giorni successivi potranno variarlo al ribasso e l’utente avrà sempre una costante variazione del prezzo finale con l’illusione che quello del giorno dopo sia inferiore.

6) Per le altre promesse esistenti nel predetto documento, rimangono promesse, in quanto sono obiettivi che ormai da molti anni tutti si prefiggono ma nessuno è stato in grado a tutt’oggi di realizzare.

Detto questo, necessita individuare quali sono le reali esigenze che presenta il mercato petrolifero italiano, dal momento che è molto riduttivo analizzare e confrontare solo il prezzo finale del carburante italiano con quello europeo, in quanto le modalità del confronto non sono reali, la forbice della concorrenza è molto più ampia in quanto le rilevazioni non tengono conto dei prezzi praticati dalle pompe bianche, dalla G.D.O. e da tutte le promozioni offerte dalla soc. petrolifere. Inoltre non è mai stato evidenziato in modo corretto la qualità del servizio che l’utente italiano trova sulla rete distributiva esistente (in Europa esiste in media un distributore ogni 40 Km. In Italia uno ogni 7 Km.); da una ricerca di mercato effettuata risulta, infatti, che oltre il 50% degli italiani preferiscono il servizio sul rifornimento al posto del FAI DA TE.
Pertanto il Governo non può fare solo delle PROMESSE. Se volesse dare delle risposte concrete ai consumatori dovrebbe:

A) Rinunciare ad una parte delle TASSE che incassa (Accise + IVA pari al 64% del prezzo finale del carburante);
 
B) Oppure considerato che il mercato “LIBERO” in Italia non sempre crea concorrenza al ribasso, di ritornare ai PREZZI AMMINISTRATI.

TUTTO IL RESTO E’ SOLO DEMAGOGIA

Per quanto riguarda la categoria dei Gestori, i quali erano fiduciosi che da questo confronto ministeriale uscissero delle proposte che non solo avrebbero dato sollievo all’utenza, con un reale obiettivo di abbassamento del prezzo, ma anche con una serie di scelte che avrebbero potuto realmente armonizzare l’attuale sistema di concorrenza sleale esistente tra pompe bianche/G.D.O. e la rete ordinaria. L’auspicio era anche che avesse correttamente interpretato il problema della sicurezza, affrontando SERIAMENTE e non demandando ad altri la questione della moneta ELETTRONICA.
I Gestori Veneti chiedono alla Presidenza Nazionale della FAIB-Confesercenti, di promuovere un confronto più serrato con le altre due OO.SS. al fine di poter arrivare ad una SINTESI OMOGENEA sulle reali nostre URGENTI necessità affinché nei prossimi incontri al tavolo MINISTERIALE vengano riproposte in modo più CHIARO auspicandone il loro recepimento.