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Faib Rimini: le politiche fiscali del Governo sui carburanti mettono i gestori in crisi. Situazione incontrollabile al confine con la Repubblica di San Marino

Pensiamo sia giunto il momento di essere consapevolmente impopolari, politicamente scorretti, con la necessaria determinazione dovuta dalla giustezza delle nostre recriminazioni.
Il nostro sindacato, rappresentativo della maggioranza dei distributori carburanti tradizionali operanti nella Provincia di Rimini, vuole informare l’opinione pubblica, della sincera bontà delle proprie tesi, denunciando quanto sta accadendo nel comparto della distribuzione carburanti.
Vogliamo partire dal fatto che il costo del petrolio al barile viaggia ormai da qualche settimana sotto i 30 $, e che il costo della benzina alla pompa, è si diminuito, ma non nella maniera che gli utenti si aspettavano.
Per fare chiarezza, allo Stato, in virtù delle accise, tasse, IVA eccetera, va circa il 70% del costo alla pompa di 1 litro di benzina, solo il 2% va in tasca al benzinaio ed il resto alle Compagnie petrolifere, ma se il costo delle benzine cala o cresce il margine lordo del benzinaio rimane lo stesso, e paradossalmente se togliessimo le percentuali delle Compagnie e dei gestori, quindi senza costi di raffinazione, trasporto e distribuzione, la benzina costerebbe ugualmente circa un € 1,00 al litro.
Questo per togliere subito il dubbio di chi ci guadagna, in questo comparto.
Dall’ormai lontano 2007, inizio della crisi nel nostro Paese i consumi di carburante si sono quasi dimezzati (-39%-45%) e per chi vive di questo mestiere è stato devastante, parimenti ad altri settori del tessuto economico della nostra realtà.
Queste parole, palesano la crisi economica, che attanaglia anche il benzinaio, che molto spesso viene definito, un opportunista approfittatore dalla opinione pubblica; quando il prezzo della benzina sale, viene fortemente vessato dallo Stato, di cui è difatti un esattore, operativo, gratuitamente, per dodici ore al giorno. Con ogni tipo di tempo è sul piazzale con il sorriso sulle labbra, sempre e comunque, sorriso a volte spezzato da un atto di violenza del balordo di turno che vuole rubare l’incasso della giornata. Incasso che il benzinaio deve comunque rimettere di tasca propria allo Stato, senza neanche avere la copertura assicurativa per Legge.
Faib Rimini ha già denunciato che i balordi al calar delle tenebre diventano i PADRONI DELLA NOTTE, facendo razzie nei piazzali attraverso spaccate di accettatori self-service delle benzine e dei lavaggi, piuttosto che distributori automatici di merendine bevande e/o sigarette, mentre alcune meretrici, sotto quelle pensiline, attendono di vendere il proprio corpo.
Tutto questo ha portato e porta, ad una ulteriore contrazione economica.
Quello che poi fa aumentare la rabbia della Categoria è la concorrenza sleale e incontrollabile, come accade con quella praticata nella vicina Repubblica di San Marino a qualche chilometro dal confine, in località Fiorina.
Vige un trattato bilaterale fra i due Stati fondato su un patto di non concorrenza da parte della Repubblica di San Marino in quanto i carburanti vengono forniti dall’Italia; chiaramente un differenziale tollerato esiste in virtù del fatto che le accise e l’IVA nel Titano sono più basse.
Vogliamo unirci alle istanze degli altri benzinai sammarinesi che vivono sulla loro pelle questa incredibile situazione.
Incredibile perché il costo del gasolio alla pompa, in quel distributore è oltre il sottocosto, è più basso del costo reale del prodotto finito.
Sappiamo che l’Organo di controllo Sammarinese ha più volte richiamato il gestore ma questa corsa al ribasso continua.
Siamo altresì consapevoli che non possiamo interferire sulle dinamiche di uno Stato sovrano, ma, siccome il prodotto viene dall’Italia, chiediamo alla Guardia di Finanza, nel limite delle loro possibilità, di controllare, chiaramente su suolo italiano, i documenti dei camion-cisterna che riforniscono il distributore suddetto.
Non vogliamo fare le vittime e non chiediamo nulla, vogliamo solamente, una volta per tutte far capire, alla opinione pubblica, che la nostra Categoria è in forte sofferenza, così, come tutte le altre.