Vai al contenuto
Home » Faib piange la tragica scomparsa di Francesco Zoppello, gestore vicentino, associato da lungo tempo. Al governo Monti: necessari interventi per garantire sicurezza sugli impianti

Faib piange la tragica scomparsa di Francesco Zoppello, gestore vicentino, associato da lungo tempo. Al governo Monti: necessari interventi per garantire sicurezza sugli impianti

L’omicidio di Francesco Zoppello, 49 anni, gestore Esso, associato Faib da molti anni, ucciso venerdì sera durante un tentativo di rapina sull’impianto, a Thiene (Vicenza), ripropone drammaticamente la questione sicurezza sugli impianti.
Francesco Zoppello ha ricevuto, nel tentativo di difendere l’incasso, 9 coltellate inferte da un balordo che non è degno neppure di essere nominato, che voleva rapinarlo e che è stato arrestato dopo poche ore.
Francesco Zoppello era di un paese vicino, Zané (Vicenza), sposato e padre di due bimbi, una di 11 anni e l’altro di 9 mesi. Era un collega stimato, attaccato al suo lavoro, vicino al sindacato e alle problematiche della categoria.
La Faib di Vicenza e del Veneto hanno avviato una sottoscrizione tra i colleghi per sostenere la famiglia, che era monoreddito, in questo momento drammatico.
Una vita distrutta, una famiglia nella tragedia: per difendere i soldi dello stato e quelli della compagnia: per pochi centesimi al litro. Al momento della rapina aveva in tasca, perché senza cassaforte, 1.775 euro di cui suoi poche decine di euro.
Un nuovo omicidio, un collega morto sul lavoro che non può e non deve passare sotto silenzio e senza lasciare traccia. C’è bisogno di una presa di coscienza, della convinzione che non tutto è nella fatalità del caso, che non può esserci rassegnazione e bisogna reagire.
La sicurezza sugli impianti deve diventare – lo ripetiamo ancora una volta – la priorità dell’agenda sindacale.
“Ancora una vola – ha dichiarato Martino Landi, Presidente della Faib – viene colpito un collega mentre svolge il suo lavoro, onestamente, con dignità e dedizione. Ancora una volta la Faib piange un collega e un associato, un gestore lasciato solo dallo stato e dalla sua compagnia sull’impianto a difendere l’incasso, i loro soldi. Registriamo uno stillicidio di furti e rapine, a ritmo quasi quotidiano, nell’indifferenza di media e opinione pubblica, salvo quando ci scappa il morto. Adesso siamo a due morti in pochi mesi: non si può andare avanti così. Occorre mettere mano a misure che scoraggino atti di aggressione e violenza ma anche misure che servano a sostegno di “resistenze intelligenti”. Non si può continuare a rischiare la vita per pochi spiccioli. Faib rilancia il pacchetto sicurezza che aveva già inviato al precedente governo. Nel frattempo registriamo – ha continuato Landi – che alcune misure sono state varate, come l’azzeramento dei costi delle carte di pagamento, che certamente contribuiranno a far diminuire i contanti sulle aree di servizio e questo potrà contribuire a far desistere i malviventi; si sono estesi i sistemi di video-sorveglianza e questo è utile sia alla desistenza che alle indagini successive ai fatti criminosi; occorre però anche rafforzare la presenza delle forze dell’ordine: va in questa direzione la richiesta di estendere in tutt’Italia l’esperimento della questura di Roma del teleallarme. Infine, bisogna dotare tutte le aree obbligatoriamente di caveaux blindati temporizzati e di assicurazione obbligatoria contro furti e rapine a carico delle compagnie petrolifere. Chiediamo al nuovo governo di farsi carico di garantire la sicurezza sugli impianti. E’un obbligo civile e morale verso una categoria di lavoratori che svolge una funzione di sostituto d’imposta e dunque di servitori dello stato.”