Vai al contenuto
Home » Faib: Figisc fa tutto da sola

Faib: Figisc fa tutto da sola

La nota con cui la Figisc ha deciso di rispondere agli appelli all’unità, provenienti dalla Faib Lombardia (ma anche dalla Faib Liguria), rivolgendosi direttamente alla Faib Nazionale, dalle colonne del Figisc Anisa News, denota nervosismo e scarso apprezzamento del valore unitario.
Gli amici lombardi (e liguri) di Faib hanno semplicemente richiamato il forte senso di appartenenza alla categoria, la grande valenza unitaria delle conquiste sindacali di questi anni, registrando la dispersione di quell’immenso valore collettivo che nessun tipo di personalismo può intaccare.
La risposta di Figisc scambia lucciole per lanterne, frutto forse di distrazione e/o di uno scarso apprezzamento dell’autonomia delle strutture territoriali, elemento caratterizzante del mondo Faib, e soprattutto del dibattito aperto e franco interno alla categoria e alle associazioni.
Faib nazionale – pur condividendo le osservazioni svolte dagli amici lombardi e liguri – non ha altro merito che quello di aver ospitato sul sito web le note giunte dal territorio, senza aggiungere nulla e senza censure.
La reazione di Figisc, scomposta e irriguardosa, si commenta da sola.
Non scendiamo sul terreno dei maleducati, saremmo battuti per inesperienza.
Preferiamo pensare che ognuno parla delle cose che meglio conosce. Come la subalternità a cui la Figisc ci aveva abituati fino a pochi anni fa, confondendo la difesa della categoria – esercitata in modo strumentale – con l’opposizione politica al Governo allora in carica.
Basti ricordare la contestazione strumentale agitata contro l’allora Ministro Bersani, che proponeva cose persino più innocue di quelle poi concesse al mitico Scajola, in cambio di impegni traditi sin dalla loro assunzione.
I fatti e la storia dimostrano che la Faib, ora come allora, ha perseguito una linea di assoluta coerenza; improntata al confronto costruttivo, all’unità della categoria, senza anteporre scelte di parte o addirittura personalistiche, alla negoziazione attiva e concludente con le istituzioni e la parte industriale. Una linea aperta all’innovazione e alla modernità, come con coraggio abbiamo fatto negli ultimi anni, a partire dalle vertenze più aspre. La Faib si è messa in gioco e si è confrontata con le novità dell’economia e del mercato, pur ribadendo una visione di assoluta fedeltà alla propria impostazione politico-programmatica, ribadita da ultimo nell’assemblea elettiva del 2007: ammodernamento della distribuzione carburanti, superamento del differenziale rete extra-rete, protagonismo imprenditoriale dei gestori, separazione della rete vendita.
Una linea che riecheggiando i vecchi motti “La terra ai contadini”, “Gestori imprenditori” prosegue con coerenza dagli anni 90, ritrovandosi oggi dentro il disegno di legge “Libera La Benzina”.
Noi allora come oggi siamo da una parte sola, quella dei gestori e abbiamo un solo ruolo, quello di rappresentanti sindacali.