Con una nota congiunta al Vice Ministro dello Sviluppo Economico, On. Bellanova, le tre Federazioni dei gestori carburanti Faib, Fegica e Figisc hanno denunciato lo stato di crisi che sta attraversando “la distribuzione carburanti, settore strategico in un Paese che affida per oltre l’80% la sua mobilità al trasporto su gomma.”
Le tre Associazioni hanno evidenziato che “il comparto negli ultimi anni ha conosciuto una profonda crisi che si è tradotta in perdita di volumi erogati, chiusura degli impianti, progressivo impoverimento dei margini, abbandono del mercato da parte delle grandi Compagnie. Si prolunga dunque la lunga crisi cominciata nel 2007. Il raffronto tra gli erogati nel corso degli anni 2007-2016 mette in evidenza che i consumi sulla rete ordinaria si sono ridotti complessivamente di 4,6 miliardi di litri e che i consumi di benzina e gasolio rete ed extrarete complessivamente si sono ridotti di 3,2 miliardi di litri che rappresentano una perdita complessiva per i gestori stimata in circa 130 milioni di euro persi in 9 anni, oltre a tutti i punti vendita chiusi con la conseguente espulsione di centinaia e centinaia di gestori e loro dipendenti. Ben maggiore, in termini economici, è ovviamente la perdita per le casse dello Stato in termini di accise ed IVA che si attesta a poco meno di 3 miliardi di euro.”
A fronte della denunciata crisi i Presidenti dei Sindacati hanno segnalato che “l’impoverimento del settore ha anche spinto alcune Compagnie a lasciare il nostro Paese (es. Shell), altre in procinto di lasciarlo (Esso), altre verso lo stato di vendita (TotalErg). E purtroppo il panorama resta ancora più negativo se consideriamo che in questi anni di crisi ci sono anche stati processi forzosi di accorpamento (ApiIp), mentre da tempo Tamoil opera fuori da ogni regola di settore nelle relazioni industriali. In questo scenario, l’unico operatore petrolifero integrato, che tra tante problematiche continua a presidiare il mercato nazionale, rimane la Compagnia di bandiera.”
Landi, Di Vincenzo e Micheli hanno quindi puntato il dito contro “l’indifferenza della politica e delle Istituzioni. L’abbandono dei grandi operatori petroliferi integrati genera un complessivo arretramento della nostra rete vendita, un depotenziamento generalizzato che si traduce in minor competitività, riduzione dei servizi erogati, dispersione delle risorse, desertificazione di ampi territori, soprattutto di quelli svantaggiati.
E’ evidente che siamo in una crisi strutturale di lungo periodo nella quale è sempre più necessaria un’azione di Governo tesa a frenare il declino e rafforzare gli asset di servizio ai cittadini e alla logistica del Paese, passando da una vera razionalizzazione, recuperando quelle risorse necessarie per rendere la rete italiana in linea con quella degli altri Paesi europei. Su questo punto segnaliamo l’incredibile lentezza con cui procede l’iter legislativo del DDL concorrenza, attualmente fermo al Senato, che pure qualche timido tentativo di razionalizzazione l’aveva normato.”
La nota ha anche segnalato che “appare in questo contesto, particolarmente grave la situazione sul settore autostradale dove si scontano prezzi dei carburanti molto più alti, servizi in progressivo depauperamento, tensioni che arrecano danni ai cittadini, continue violazioni delle Leggi di riferimento.”
Alla luce di questa situazione Faib, Fegica e Figisc hanno chiesto “un incontro urgente per definire una agenda di lavoro che faccia fronte alla pesante crisi descritta.”