Faib, Fegica e Figisc hanno inviato oggi una nota ad Eni sui mancati adempimenti previsti dagli accordi collettivi aziendali tra la Compagnia e le Organizzazioni di Categoria dei Gestori nella quale le Associazioni contestano ad Eni l’omessa liquidazione dell’incentivo definito per scaglioni.
Nella nota Faib, Fegica e Figisc hanno segnalato un perdurante e imbarazzante silenzio aziendale e rinnovato la richiesta di pieno rispetto degli accordi aziendali e a procedere alla liquidazione dell’incentivo per scaglioni relativo al 1° trimestre del 2015, e più precisamente di quello riferito al periodo che va dal 1.1.2015 al giorno in cui ciascun singolo punto vendita è stato nelle condizioni di applicare il nuovo accordo collettivo aziendale del 19.12.2014, essendo evidente che fino al giorno del passaggio dai vecchi accordi alla nuova intesa, sono rimaste in vigore le precedenti previsioni.
Il richiamo delle Associazioni è giunto dopo ripetute sollecitazioni all’Azienda ai Tavoli negoziali e dopo che la liquidazione dell’incentivo in questione sarebbe dovuta essere già stata contabilizzata alla fine del primo trimestre.
Nella nota le tre sigle hanno segnalato all’Azienda che, come appare evidente, il suddetto incentivo è a tutti gli effetti parte integrante del margine dei gestori, la cui determinazione la legislazione di settore ha riservato all’esclusiva competenza degli accordi tra Compagnia e rappresentanza dei gestori. A tal fine le Associazioni dei gestori hanno avvisato la petrolifera di aver messo a disposizione dei gestori a marchio un modello di comunicazione con il quale chiedere formalmente la liquidazione di quello che è a tutti gli effetti un credito esigibile.
Nella nota unitaria Faib, Fegica e Figisc hanno rilanciato le proprie preoccupazioni in ordine all’applicazione dell’accordo relativamente: 1) alla determinazione delle condizioni di prezzi equi e non discriminatori nello stesso micro mercato; 2) ai ritardi nei tempi richiesti all’elaborazione dei documenti di conguaglio, oltre alle condizioni di trasparenza e semplicità di calcoli e parametri utilizzati per la determinazione degli stessi; 3) alla mancata attivazione della valutazione dei casi con specifiche criticità sorte in seguito all’applicazione delle nuove condizioni economiche; 4) alla mancata attivazione dei Tavoli tecnici.