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Faib, Fegica e Figisc al nuovo Ministro dello Sviluppo Economico, Zanonato: razionalizzare la rete e procedere alle riforme

Con una nota unitaria le tre Federazioni dei gestori nel rivolgere l’augurio di buon lavoro al nuovo Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato hanno fatto il punto sulle questioni centrali del settore.
Faib, Fegica e Figisc hanno ricordato che “I Gestori dei distributori di carburante hanno attraversato un quadriennio molto difficile: nei soli ultimi due anni le “vendite rete” hanno subito un vero e proprio tracollo con una diminuzione di circa il 20% sula viabilità ordinaria e di circa il 50% su quella autostradale.”
Le tre Federazioni ribadiscono che “Al di là di queste considerazioni e della necessità di trovare, finalmente, dei punti di equilibrio che tengano conto della visione di tutti gli operatori, questo settore ha bisogno di riappropriarsi di una prospettiva…Occorre quel salto di qualità nella proposta e nell’azione che, nel rispetto del ruolo istituzionale, possa tentare di invertire la rotta.”
Entrando nel merito le Associazioni dei gestori hanno sottolineato come “Da questo punto di vista, da molto tempo, il settore continua ad interrogarsi sulla necessità di ridurre il numero degli impianti considerato da tutti gli operatori – Gestori compresi – ridondante, caratterizzato da un eccesso di offerta e da erogati medi più bassi d’Europa”, ribadendo la necessità che “all’interno di politiche di settore individuate dalla Pubblica Amministrazione per renderle compatibile con il quadro generale, si giunga ad una “ristrutturazione della rete” che riduca in modo sensibile – tra 5 ed 8 mila unità sulla rete ordinaria e, con opportune verifiche, sulla rete autostradale – il numero complessivo degli impianti. Tale percorso non appare più rinviabile se si vuole consentire la ripresa degli investimenti in un quadro di economicità complessiva.”
La richiesta delle Federazioni di categoria si accompagna alla sottolineatura che occorre “accompagnare tale programma di chiusure, con una “moratoria” nell’installazione di nuovi impianti che abbia la durata di 3/5 anni, per dare modo, anche alla cittadinanza, di cogliere gli effetti positivi – anche in termini di pricing strutturalmente offerto – della riforma.”
Le Federazioni rimarcano anche la necessità che il Dicastero “ritorni ad esercitare appieno il ruolo che il Legislatore gli ha voluto ritagliare, che spesso sono stati motivo di “incomprensione” e finanche di “scontro” in un passato anche recente.”

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