Con una nota unitaria Faib, Fegica e Figisc hanno chiesto al Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Prof. Claudio De Vincenti e al Direttore Generale della Direzione Energia di aprire la vertenza collettiva verso Tamoil, ai sensi dell’Art.1, comma 6, D. L.vo 11 febbraio 1998, n. 32.
Nella nota le Federazioni denunciano di aver “ripetutamente invitato la Compagnia petrolifera Tamoil ad aprire la fase negoziale per il rinnovo dell’accordo economico normativo, così come previsto dalla vigente normativa speciale di settore, delineata dal D. Lgs 32/98, e dalle Leggi 57/2001 e 27/2012.”
Faib, Fegica e Figisc rimarcano che “l’ultimo incontro con la Compagnia risale al settembre 2012, mentre l’ultimo accordo sindacale degno di questo nome fu siglato nel lontano 2006” anche se poi rinnovato con accordi ponte.
Per le Associazioni dei gestori “La posizione di Tamoil è ancor più grave non solo perché rispetto alle richieste di incontro risulta assente, ma manifesta apertamente la volontà di sottrarsi al confronto sindacale e alle precise prescrizioni normative in materia sia per quanto riguarda la rete ordinaria che quella autostradale, che somma sofferenze a sofferenze e paga lo scotto delle scelte della petrolifera di abbandonare la distribuzione in autostrada.”
In questo senso le Federazioni hanno deliberato “di intraprendere una serie di iniziative di contestazioni e hanno deciso di procedere nei confronti dell’Azienda per la tutela degli associati e per impedire una “deriva illegale” del settore, perché non può essere consentito a Tamoil di operare fuori dal quadro normativo, di scendere sul terreno della contrattazione one to one, di saccheggiare il margine dei gestori e di praticare condizioni non eque e discriminatorie. ”Da ciò la richiesta urgente al Ministero di attivare il Tavolo di composizione della vertenza nei confronti della Compagnia petrolifera perché si tratta di tutelare i “diritti dei circa 900 gestori Tamoil, tra rete ordinaria e rete autostradale, e dei loro 2000 dipendenti; diritti sanciti con Leggi dello Stato che chiediamo siano fatte rispettare.”