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Faib, Fegica e Figisc ad Eni, diffida ad applicare l'accordo del 19 dicembre 2014. E partono le proteste a Firenze, Rimini, Siena, in Liguria e in altre citt

Con una nota congiunta Faib, Fegica e Figisc hanno rivolto ad Eni l’invito formale ad adempiere alle prescrizioni contemplate dall’accordo economico-normativo del 19 dicembre 2014.
La missiva, rivolta al Dott. Salvatore Sardo, Chief Eni Refining & Marketing and Chemicals Officer e all’Ing. Paolo Grossi, Direttore Esecutivo Eni Refining & Marketing and Chemicals, ricorda che “dopo un lungo periodo di conflittualità ….le nostre Federazioni e l’Azienda … hanno finalmente ritrovato una comune visione di prospettiva ed una unità di intenti che hanno portato alla fine del 2014 alla sottoscrizione dell’Accordo …” che infatti ha registrato “…a distanza di un anno dalla sua applicazione, i risultati positivi ottenuti proprio grazie alla nuova direzione impressa dall’Accordo, con il contributo essenziale dato dalle gestioni, sono oramai noti a tutti, sia in termini di profittabilità immediata che di prospettiva.”
Ciò premesso, i Presidenti di Faib, Fegica e Figisc annotano che “Purtroppo … in questo scorcio di inizio anno registriamo un cambio di rotta nella visione strategica aziendale non coerente con quanto previsto nell’Accordo stesso che, oltre a mettere in discussione alcuni impegni contemplati dentro l’Intesa, rischiano di minare la sostenibilità e l’equilibrio economico …A fronte di questa inversione di tendenza, siamo a richiedere una immediata modifica delle azioni intraprese dall’Azienda…”
Nello specifico le tre Federazioni evidenziano che “i prezzi della rete a marchio Eni, dopo l’immediato riposizionamento a livelli mediamente competitivi frutto dell’Accordo, stiano significativamente e progressivamente tornando ad aumentare rispetto al resto del mercato” che “….la forbice dei prezzi praticati dall’Azienda tra un impianto e l’altro della sua rete all’interno di uno stesso bacino di utenza … stia anch’essa significativamente e progressivamente tornando ad aumentare” che “…..il differenziale tra prezzo self service e prezzo servito….abbia subito una incessante crescita (ad oggi arriva a toccare i 20 cent/lt) che non solo non si giustifica più con gli obiettivi originariamente condivisi… ma si sta rivelando per i gestori e per l’Azienda stessa del tutto nefasta.”
La nota quindi “Alla luce di quanto sopra considerato,” mette “in mora formalmente l’Azienda ad interrompere immediatamente i comportamenti sopra evidenziati e in palese contrasto con lo spirito e la lettera del suddetto Accordo, oltreché della normativa vigente in forza della quale tale Accordo è stato sottoscritto” essendo essi “Comportamenti capaci di svuotarne il contenuto, anche in relazione agli elementi economico-normativi del rapporto con i gestori ed ai criteri di formazione dei prezzi così come previsti nella vigente normativa comunitaria, e perciò stesso idonei a produrre un danno ingiusto ai gestori cui è rivolto l’Accordo collettivo in oggetto…Riservandosi ogni altra azione a tutela dei gestori rappresentati."
Faib, Fegica e Figisc pertanto hanno proclamato “lo stato di agitazione della Categoria cui faranno seguito iniziative di protesta già messe allo studio…”
In questa direzione si stanno organizzando in tutto il territorio nazionale Assemblee spontanee dei gestori Eni, di cui forniremo nei prossimi giorni i rispettivi Report con chiusura degli impianti a Rimini, Firenze, Siena, Genova, La Spezia e in altre realtà d’Italia. A tal proposito risulta evidente un forte stato di malumore e preoccupazione che accomuna tutti i gestori indistintamente e le suddette iniziative territoriali indicheranno le linee guida per organizzare iniziative di protesta unitarie coinvolgendo tutta la rete a marchio Eni.