Le Federazioni dei gestori firmatarie dell’Accordo economico normativo dell’11 dicembre 2020 con IP, in relazione all’applicazione dell’Accordo hanno evidenziato con una nota unitaria l’emergere di alcune anomalie applicative che rischiano di depotenziare l’intesa.
La nota delinea sin dalle prime battute l’oggetto della segnalazione che denuncia come “…ad oggi, nessun Gestore di impianti di proprietà di terzi – anche tra quelli a cui fattura direttamente IP – ha ottenuto l’adeguamento del margine al valore unico” in palese contrasto con le previsioni dell’Accordo laddove era espressamente previsto che l “Accordo” collettivo aziendale doveva disciplinare “…i rapporti economico-normativi tra l’Azienda e i Gestori di punti vendita di proprietà di Italiana Petroli ed i gestori della rete a marcio IP ai quali Italiana Petroli fattura direttamente …”.
La nota sindacale precisa che “…è di tutta evidenza che nei rapporti di “convenzionamento colori” intercorrenti fra codesta Società ed i “terzi”, esistono due casistiche che, a loro volta, danno origine a due tipologia applicative: la prima contempla i Gestori cui la IP fattura direttamente (ed ai quali va applicato immediatamente senza alcun indugio in toto l’Accordo con decorrenza 1 Febbraio 2021 riconoscendo pertanto gli arretrati); la seconda è quella dei retisti terzi che fatturano direttamente. Questa seconda tipologia potrebbe essere ricompresa nella stesura dell’articolo 16 ma genererebbe una differenziazione nella rete con lo stesso marchio che, difficilmente, potrebbe essere sostenuta con successo di fronte a qualsiasi rimostranza.”
Faib Fegica e Figisc, pur riconoscendo che “la sua applicazione è stata avviata il 1 Febbraio 2021” precisano che allo stato “risulta che codesta Azienda ancora non abbia avviato alcun contatto con questo segmento di rete, lasciando che gli stessi retisti procedessero in “ordine sparso”; alcuni applicano l’Accordo in maniera soggettiva; altri non lo applicano; altri ancora inviano alla IP la documentazione per la fatturazione con i nuovi margini ma l’Azienda continua ad emettere documenti contabili con la valorizzazione del margine ante 1 Febbraio 2021.”
Per Faib Fegica e Figisc queste sono “Storture alle quali deve essere messo riparo!” Senza indugio, pur riconoscendo “che molti passi in avanti nell’applicazione dei principi convenuti, sono stati fatti. Ora bisogna completare il percorso allineando tutti i Gestori allo stesso nastro di partenza.”
Le Federazioni poi rilevano un altro fronte critico, quello dei prezzi, richiamando l’Azienda sul fatto che viene segnalato “nel territorio, un’altra “anomalia applicativa dell’Accordo, con riferimento ai prezzi “consigliati”. A partire dalla fine del 2020, infatti, i prezzi consigliati da IP per la rivendita al pubblico hanno registrato un costante aumento: aumento significativamente superiore a quello che si è registrato nel mercato”, nonostante la declaratoria, inserita nell’Intesa su espressa richiesta delle Federazioni che prevede “in ogni caso le Parti chiariscono che, con riferimento ai Gestori a cui si applica il presente accordo, verranno adottate misure idonee a monitorare e minimizzare situazioni di differenziazione dei prezzi raccomandati di vendita al pubblico self-service e servito, in relazione a singoli impianti appartenenti alla stessa area di mercato”.
Per le Associazioni dei gestori l’evidenza dell’andamento dei prezzi fuori mercato è dimostrato dallo studio presentato all’Azienda in cui si vede “…come i prezzi degli impianti presi in esame (più di duemila) siano penalizzanti e fuori mercato tanto nei confronti di altri impianti sempre a marchio IP, a volte gestiti direttamente oppure da società partecipate al 100% sia nei confronti di altri competitor, che incidono nello stesso bacino di utenza”
Faib Fegica e Figisc ricordano poi che “…si era convenuto, nella medesima intesa, che anche i prezzi praticati negli impianti “automatizzati” concorressero a determinare il prezzo di riferimento nella trade-area.”
Le criticità evidenziate nella nota per Faib Fegica e Figisc “…rischiano di far precipitare il Gestore nel sistema di “penalizzazione” previsto dall’Accordo ovvero di impedirgli il raggiungimento di obiettivi premianti”, come ripetutamente segnalato in sede negoziale, e chiedono “un immediato intervento al fine di sanare le anomalie sopra descritte: nello stesso tempo sono a richiedere l’attivazione del “tavolo di monitoraggio” (ex art. 18) e di esame delle criticità (ex art. 19) – anche via web – al fine di accelerare i tempi per la risoluzione delle problematiche evidenziate con l’obiettivo di dare piena attuazione all’ Accordo…”