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Faib Emilia Romagna: mobilitata la categoria, si proceda in fretta verso chiusura degli impianti

La Faib dell’Emilia Romagna si è riunita per decidere, dopo aver valutato e analizzato la grave situazione in cui si trova la Categoria dei gestori di impianti di distribuzione carburanti nella Regione, come nel resto del Paese, le iniziative da mettere in campo, anche sulla scorta di quanto deciso ad aprile scorso nella riunione congiunta dei gruppi dirigenti nazionali delle tre Associazioni.
L’analisi non poteva che partire dalle cause che hanno portato alle note difficoltà in cui versano le imprese di gestione degli impianti di distribuzione carburanti, da ricercarsi nella crisi economica generale del nostro Paese, ma anche, se non soprattutto, per la specifica crisi del settore che più pesantemente si è abbattuta sul gestore, ultimo anello della catena.
La pesante flessione dei consumi che dura ormai da più di un quinquennio con valori significativi ed in aumento anno dopo anno a fronte della continua erosione del margine, quest’ultima dovuta anche e soprattutto alle partecipazioni allo sconto “richiesto” dalle Compagnie petrolifere; le disparità e discriminazioni delle condizioni commerciali nell’acquisto del prodotto tra i diversi canali di vendita (rete ed extra-rete), portato avanti dalle stesse Compagnie petrolifere, tutto sbilanciato a favore di pompe bianche e grande distribuzione organizzata e a scapito dei loro stessi impianti a marchio; l’inosservanza del quadro legislativo e delle norme che regolano il settore sempre da parte delle Compagnie petrolifere; il mancato rinnovo degli accordi economici in un quadro di perenne abuso di dipendenza economica del gestore; fattori questi che hanno determinato una condizione di insostenibile sofferenza economica per le gestioni, una crescita esponenziale dell’indebitamento, fino al default di moltissime imprese.
Sulla ristrutturazione o razionalizzazione della rete o meglio ancora, per intenderci, la chiusura di almeno 6/7.000 impianti di cui si parla da almeno un decennio, tutti sono d’accordo ma non se ne fa nulla, mentre aprono nuove pompe bianche e impianti della Grande Distribuzione Organizzata. Per assurdo siamo noi i più convinti nel procedere in questa direzione chiedendo soltanto che i gestori ai quali verranno chiusi alle vendite gli impianti siano indennizzati grazie all’apposito Fondo istituito per Legge ed autofinanziato in collaborazione con le Compagnie petrolifere
La razionalizzazione, a forza di parlarne e non procedere, la sta facendo il mercato con l’abbandono degli impianti da parte dei gestori, non senza problemi economico finanziari.
La più volte enunciata rete distributiva di tipo europeo nel nostro Paese sarà composta di una miriade di impianti piccoli, spesso incompatibili per motivi di viabilità o peggio, di sicurezza, con poche attività non oil al servizio dell’automobilista e tutti “ghost” selfizzati, vista la possibilità fornita di poterli installare sia fuori che dentro i centri abitati.
La selfizzazione degli impianti va comunque tanto di moda che proprio nei giorni scorsi sono stati firmati i Decreti che permetteranno ai proprietari di auto a g.p.l. e metano di potersi rifornire da soli!
Il destino però, si sa, a volte gioca brutti scherzi!
Mentre infatti Il Ministro firmava i Decreti un camper tedesco andava a fuoco in una stazione di servizio in provincia di Parma mentre faceva, non autorizzato, rifornimento in self di g.p.l.!!!!!
Per quanto riguarda le ultime novità normative “negative" per la Categoria è stata tolta la gratuità delle carte di credito, peraltro in molti casi aggirata dalle banche che avevano trasformato le commissioni in canoni a volte onerosissimi.
L’elenco degli adempimenti ai quali è stata chiamata la Categoria negli ultimi tempi e sui quali le Compagnie hanno fatto orecchie da mercante non finisce certo qui, senza dimenticare le diverse modalità di adempiere alle verificazioni periodiche delle attrezzature con relativi costi esorbitanti, l’obbligo della comunicazione del prezzo e il versamento della quota gestori al Fondo indennizzi.
La conclusione delle analisi fatte viene da sé!
I gestori non ce la fanno più!
E’ ora di dare seguito alle iniziative di mobilitazione, protesta e sciopero mettendole in calendario fin da subito perché il tempo è scaduto!
Ce n’è per tutti: per il Governo, per le Compagnie petrolifere, per le banche.