Il Comitato di Colore Api-Ip della Faib dopo una lunga riflessione e fase di attenta valutazione delle politiche commerciali della Compagnia ha condiviso una dura presa di posizione nei confronti della petrolifera chiedendo di fermare subito la condotta della Compagnia e attivare procedure di dura contestazione, senza escludere la denuncia per condotta anti sindacale.
Questo è quanto denunciato dal gruppo dirigente dei gestori appartenenti al Comitato di Colore della Faib Confesercenti a proposito delle relazioni industriali tra l’Azienda e i propri gestori.
I gestori hanno espresso rammarico e indignazione verso una Compagnia che nel recente passato si era sempre distinta per la correttezza e serietà verso le rappresentanze sindacali e verso i propri gestori, ai quali aveva affidato un ruolo fondamentale nelle strategie aziendali, e vincenti. Dispiace che un’Azienda che si era contraddistinta nel mercato nazionale per il servizio alla clientela e la fidelizzazione, che aveva ben interpretato il “modello italiano“ nel settore della distribuzione carburanti, abbia smarrito il senso della sua stessa natura di Compagnia di prossimità e vicinanza al cittadino.
Critiche pesanti sono state rivolte al nuovo management per le ultime scelte fatte verso una politica di selfizzazione forzata, che lascia senza servizio la sua tradizionale clientela e porta l’Azienda e i suoi gestori verso un impoverimento dei propri asset e al fallimento. La costante scelta di impoverire i margini operativi sta portando al disastro la Compagnia e con essa tanti colleghi che sono stati costretti a firmare accordi fuori Legge one-to-one; addirittura si è fatto ricorso a contratti non contemplati dalle norme che regolamentano il settore, generando quella precarietà che non garantisce né qualità nè servizio, trasmettendo alla clientela un senso di abbandono e di rassegnazione che certo non giova ad un attività commerciale in un mercato altamente competitivo.
Tra gli intervenuti è emersa con forza la necessità di richiamare l’Azienda a rientrare nei binari della legalità, al rispetto degli accordi economici e dei contratti previsti dalla normativa; la richiesta di giungere al rinnovo dell’accordo scaduto ormai da 5 anni; un forte monito verso le Istituzioni ad intervenire verso un soggetto economico che calpesta le Leggi dello Stato, generando un sistema perverso di rapporti economici, dove non è difficile vedere l’abuso di posizione dominante e la pratica discriminatoria dei prezzi. I gestori hanno denunciato l’impossibilità a tenere sotto controllo le riconciliazioni e i conguagli che consentono di fatto ad Api-Ip di mettere le mani in tasca ai gestori e movimentare fiumi di danaro con algoritmi di difficile comprensione, data la complessità della tenuta contabile delle partite dare avere. E ancora hanno denunciato che in tutto questo tempo hanno dovuto far fronte da soli agli oneri di gestione legati alla metrologia, alle acque reflue e al lievitare degli altri costi gestionali.
I tempi dei rinvii per Faib sono scaduti, le tante promesse e le manifestazioni di disponibilità al confronto, puntualmente smentite, sono inutili e dannose. Il rinvio di trimestre in trimestre del confronto sindacale sui temi critici appena denunciati appaiono come il tentativo disperato e senza alternativa del tirare a campare.
I gestori Api-Ip della Faib giudicano la situazione ad un punto di non ritorno: o l’Azienda convoca le parti per capire se considera ancora i gestori soggetto centrale nelle strategie aziendali e se lo fa deve in tempi strettissimi sottoscrivere un accordo, come hanno fatto tutte le altre aziende di settore, annullando tutti gli accordi individuali o non rimane che la via giudiziale, che sicuramente non promuoverà l’immagine dell’Azienda verso i suoi gestori e i suoi consumatori.
E’ evidente che la Faib non è più disponibile a dare vantaggi competitivi a nessuno e invita ancora una volta tutti i gestori Api-Ip a non sottoscrive accordi individuali senza utile e senza futuro.
Il Comitato di Colore si è impegnato a promuovere Assemblee sul territorio coinvolgendo tutti i gestori a marchio, per alzare il tono della protesta e raccogliere le adesioni per ulteriori e più radicali azioni di contrasto e denuncia.